Report fa tremare il calcio: il pallone italiano potrebbe subire scossoni non indifferenti dopo la trasmissione in onda lunedì 7 giugno sulla terza rete della TV di Stato.
La redazione del format televisivo ha eseguito una accurata inchiesta giornalistica partendo da un dossier curato dall’Uefa, realizzato nel 2019, che coinvolge procuratori, calciatori e dirigenti. Sullo sfondo anche l’intervento, in talune circostanze analizzate, della criminalità organizzata.
Nel corso di “Radio Radio Lo Sport” è intervenuto Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, che ha presentato nel dettaglio l’inchiesta
Il clima pesante che si respira ancor prima della messa in onda
“Mi viene da ridere perché sono arrivate già delle diffide ancora prima di andare in onda. Diffida arrivata anche stanotte alle 2.30 da parte di Morabito, del Genoa e di Raiola. Penso che chi conosce bene il calcio non rimarrà sorpreso di alcune cose raccontate stasera“.
Un quadro deprimente tra corruzione, tangenti e criminalità organizzata
“Il quadro di insieme che ne esce fuori è abbastanza deprimente. Nello specifico siamo partiti da un dossier dell’Uefa che non è mai stato pubblicato. Uefa che aveva incaricato un centro studi di realizzare un’analisi sull’aspetto economico del calcio. In questo studio emerge che ci sono 2 miliardi di euro di transazioni illecite che proverrebbero dai trasferimenti di calciatori, dalle commissioni degli agenti e dalla gestione dei calciatori. Dentro ci finiscono casi di corruzione, tangenti e infiltrazioni della criminalità organizzata. Questo dossier risale al 2019 e non so perché non sia stato pubblicato“.
Il mondo dei procuratori tra sedi fittizie e incassi monstre
“Racconteremo anche il caso di Bonucci e di De Rossi che sono stati accusati di aver avvicinato altri giocatori di altre scuderie. Sul primo è aperta un’inchiesta e, da quello che sappiamo noi, ci sarebbe un’audio che lo metterebbe nei guai. Tutto questo appartiene alla lotta tra procuratori che hanno incassato, anche in un anno di magra come quello del Covid, qualcosa come 140 milioni di commissioni. In più c’è il denaro che gli riconoscono i giocatori. Il problema è: da dove hanno fatturato queste intermediazioni? Abbiamo visto che le sedi di Raiola e Pastorello, entrambi a Malta, sono fittizie. Il fatto è che le tasse delle operazioni con società italiane bisognerebbe dichiararle e pagarle appunto nel nostro paese“
Omertà e leggerezza dei controlli macchiano il calcio di oggi
“Le responsabilità di tutto ciò è dei presidenti e degli organi di controllo. Ricordo che tempo fa ci fu una grande perquisizione della Guardia di Finanza nelle sedi di diverse società di calcio. Adesso vorrei sapere quanto sia chiaro, limpido e trasparente il bilancio di una società di calcio. Il sistema che prevede misure di controllo e restrizione sembra veramente blando. In un mondo di squali, come quello del calcio, in tal modo questi hanno la meglio. Mi sorprende tanto ancora l’omertà che domina proprio in questo mondo“.