Gregucci guarda al futuro della sua amata Lazio. L’ex colonna difensiva biancoceleste, intervenuto in diretta ai microfoni di Radio Radio Lo Sport, ha mostrato le sue sensazioni sull’approdo di Sarri e sull’addio di Inzaghi.
Nel frattempo l’annuncio del trainer toscano al timone laziale potrebbe arrivare anche in giornata. Le informazioni raccolte dal nostro Direttore Ilario Di Giovambattista dicono di un contratto già depositato in Lega. Si attendono ulteriori novità nelle prossime ore.
Queste le parole di Angelo Adamo Gregucci, oggi apprezzato mister, che ha risposto alle curiosità delle Teste di calcio
Simone Inzaghi poteva congedarsi meglio dal mondo Lazio
“Prima di parlare di Sarri devo fare una premessa personale. Noi della Lazio riusciamo sempre a infangare, non volontariamente, un pezzo della storia. Non mi è piaciuto come è andato via il mio amico Simoncino. Un calciatore bravo e importante nella storia del nostro club, che ha vinto uno scudetto e ha fatto cose importanti da giocatore e da allenatore, ha sbagliato nell’epilogo di questa esperienza. Uno così, che ha fatto tanto e bene in questi anni, doveva e poteva uscire meglio. Oggi manca un senso di appartenenza forte al club da parte dei più giovani“.
Sarri è un allenatore top per le ambizioni biancocelesti
“L’ingresso di Sarri è sicuramente top. E’ un allenatore non rigoroso nel sistema tattico. A Napoli dimostrò, dopo aver provato senza successo di adattare Insigne come trequartista nel 4-3-1-2, di sapersi adattare adottando il 4-3-3. Gli azzurri fecero grandi cose con questo sistema. E’ chiaro che certi principi forti di gioco, che lui ha in testa, bisogna assecondarli“.
Un grande tecnico cerca di adattare i propri principi alle caratteristiche dei giocatori a disposizione
“Secondo me un grande allenatore cerca di adattare il suo sistema di gioco e le sue idee ai giocatori che ha. Se Lazzari è un giocatore importante, secondo me, Sarri deve cercare di valorizzarlo. Oggi il calcio sta cambiando, quindi il ruolo non è una posizione ma una funzione. Stiamo perdendo un po’ del nostro tempo per identificare i sistemi e i numeri. Quelli che fanno competizioni importanti ormai non ragionano più così, hanno altre idee in testa“.
A cosa può puntare la Lazio di Sarri?
“Prima dico quello che manca. Guardate ad esempio il percorso tattico che ha fatto Kimmich nel Bayern Monaco. E’ partito terzino, ora gioca a metà campo, ma all’occorrenza gioca di nuovo largo. E’ bravo e riescono sempre a trovargli una collocazione. Quindi la Lazio di Sarri sarà una Lazio importante se si riesce a dare un grande senso di appartenenza tecnica e simbolica a giocatori come Milinkovic, Luis Alberto e Immobile. Purtroppo gente come Radu e Lulic sta facendo a cazzotti con la carta d’identità. Poi chiaramente servono 3-4 innesti forti. Inoltre la Lazio deve guardare al proprio settore giovanile che, negli ultimi anni, è diventato il tallone d’Achille del club. Non ci sono più giovani che dal vivaio spingono per arrivare“.