Lo hanno detto apertamente: altri virus potrebbero “scappare” dai laboratori. Capite dove andremo a finire?

“Virus, è allarme laboratori: gli scienziati ora temono fuoriuscite di virus e nuove epidemie”. Così titola La Stampa di Torino in data 8 giugno 2021, che così seguita: “I centri di ricerca di massima sicurezza, cioè quelli che svolgono le ricerche biologiche più pericolose, si sono moltiplicati in giro per il mondo negli ultimi dieci anni, espandendosi anche in paesi dove gli standard di controllo non sono adeguati”.

Insomma, ci stanno segnalando, nemmeno troppo obliquamente, che è vero quanto già da tempo vanno asserendo disinvoltamente gli aedi del nuovo ordine mondiale liberista a trazione atlantista: siamo entrati nell’epoca delle pandemie. Abbandonate ogni speranza, voi ch’entrate. Lo hanno detto un po’ tutti, da Ricciardi alla von der Leyen.

Del resto, a voler essere maliziosi nelle interpretazioni, se, come ci dicono, il virus potrebbe essere un prodotto di laboratorio, quanti altri virus potrebbero “scappare”, per impiegare una formula apertamente eufemistica, negli anni a venire? E chi ci vieta di sollevare il dubbio iperbolico di cartesiana memoria, ipotizzando che a qualcuno possa anche tornare “comodo”, per usare un altro eufemismo, la trasformazione dell’emergenza in nuova normalità e, dunque, il susseguirsi ininterrotto e potenzialmente illimitato di nuove pandemie?

Così troverebbe, peraltro, conferma la tesi che andiamo sostenendo da ormai più di un anno circa la pandemia infinita: alla normalità, ci dicono, si tornerà quando finirà l’emergenza; peccato, però, che l’emergenza potrebbe non finire mai più, dacché sempre nuove e magari anche più letali pandemie potrebbero sopraggiungere, forse proprio anche grazie ai laboratori non propriamente sicuri di cui puntualmente ci informano. Insomma, l’ordine del discorso punta univocamente sul fatto che non usciremo dall’epoca delle pandemie e, quindi, dal nuovo ordine pandemico dei lockdown e del distanziamento sociale, della comunità disgregata e del controllo biopolitico totale e totalitario.

Ora ci dicono che abbiamo compromesso irreversibilmente l’equilibrio con la natura, e che dunque nuovi salti di specie come quello presunto dal pipistrello non mancheranno in futuro. Ora, con narrazione diversa ma dagli esiti sovrapponibili, ci informano del fatto che i laboratori in giro per il mondo sono insicuri e che, conseguentemente, nuovi virus potrebbero “scappare” e cagionare il diffondersi di nuove pericolose pandemie.

Quel che almeno per ora non ci dicono è che qualcuno magari abbia interesse a far “scappare” dai laboratori patogeni pericolosi, con la deliberata intenzione, magari, di rendere infinita l’emergenza epidemiologica e, con essa, l’ordine biosecuritario che su di essa si è venuto costruendo. Di una cosa possiamo, purtroppo, essere certi: siamo solo all’inizio di un nuovo, tremendo ordine disumano, verticistico, totalitario potenzialmente su scala planetaria.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro