La storia è piena di battaglie perse prima ancora del loro inizio. Vani tentativi di mettersi di traverso, subito smentiti dalla prova dei fatti. Uno schema che si riproduce anche quando si mette sul tavolo un argomento spinoso e delicato, che riguarda la nostra quotidianità: l’inquinamento elettromagnetico.
Eccedere in fanatismi anti-progressisti in questa particolare materia è facile, proprio perché per intenderlo a fondo è necessario essere in possesso di competenze specifiche che molti pensano di avere. È così che nascono le lotte contro lo sviluppo tecnologico tout court, anche a costo di distogliere l’attenzione da veri problemi che lo riguardano.
Una previsione in questo ambito è stata lanciata in diretta da Fabio Duranti, che con Francesco Vergovich ha parlato di “una battaglia che ci sarà sul passaggio dai 6 microvolt/metro di limite nelle aree dove si soggiorna ai 61”. Una protesta vana dato che “la scienza (quella vera) non ha trovato problemi reali sulle onde elettromagnetiche ad alta frequenza”.
Ecco l’intervento di Fabio Duranti a Un Giorno Speciale.
“La verità è che l’inquinamento elettromagnetico è un’altra di quelle bufale colossali. Quindi cosa accadrà? Ve lo dico già da adesso. Ci sarà la battaglia sul passaggio dai 6 microvolt/metro di limite nelle aree dove si soggiorna ai 61. Tutti a strapparsi le vesti e a sbracciarsi, ma la verità è che la scienza (quella vera) non ha trovato problemi reali sulle onde elettromagnetiche ad alta frequenza. Succederà che la battaglia verrà persa perché scientificamente non è provato.
Adesso ci saranno i soliti che non capiscono niente di questa materia che andranno lì e diranno ‘no perché ci vogliono friggere, ecc..’. No, non è quello. Voi non dovete combattere per i 60 microvolt/metro o i 40, quella è una battaglia persa in partenza. Perché ormai ci sono le prove scientifiche che non c’è alcun problema, che non ci sono danni reali. Altrimenti come fate a mettervi i cellulari vicini alla testa, visto che ci sono centinaia di microvolt/metro?
Quindi adesso si farà questa storia e tutti staranno lì in piazza. Non a combattere contro il principio del 5G, che quello sì va combattuto, contro il principio dell’invadenza nella nostra sfera privata, nei nostri movimenti. Non si combatterà contro questo”.