E infine, dopo un lungo silenzio, anche il Vaticano sembra essersi all’improvviso ridestato. E ha iniziato a esprimere, meglio tardi che mai, la propria ferma opposizione al liberticida ddl Zan, spingendosi ad asserire che esso viola il Concordato. Stupisce, invero, la scarsa tempestività della Chiesa di Roma, che finora ha preferito tacere. O, meglio, “obbedire”, secondo un non innocente verbo più volte utilizzato impropriamente – se si considera il ruolo – da Papa Francesco. Subito vi è stata, come da copione, la levata di scudi delle sinistre arcobaleniche, ossia degli alfieri del neoliberismo progressista che abbatte, come richiesto dal capitale, ogni barriera etica, politica, morale e naturalmente anche religiosa in grado di frenare il dilagare onnidirezionale della forma merce e del connesso fanatismo economico.
Particolarmente approvata dai più, a quanto pare, è stata la voce del musico globalista Fedez, già da tempo incoronato a nuovo paladino delle sinistre ztl che hanno abbandonato la gloriosa falce e martello per l’arcobaleno dell’individualizzazione consumistica di massa. Le sinistre fucsia, lo sappiamo, sono oggi attente solo al terzo sesso e nemiche giurate del quarto stato. Fedez ha detto la sua, non molto originale invero, a proposito del “Vaticano che non paga le tasse”: sarebbe stato interessante sentirgli dire cose analoghe sulle multinazionali ecommerce, ma purtroppo su quel fronte, salvo errore, la sua voce non si è fatta sentire.
Premetto che ritengo i Patti Lateranensi la prima scellerata cessione di sovranità da parte del nostro Stato (e dico scientemente cessione e non limitazione). Lo dissero peraltro assai meglio di me sia Giovanni Gentile, sia Antonio Gramsci. Ciò detto, è un capolavoro di pensiero orwelliano vedere gli stessi che continuamente accettano le intromissioni dell’Unione Europea nella vita nazionale lamentarsi ora per le intromissioni da parte del Vaticano in tema ddl Zan.
Non vi sarebbe nemmeno bisogno, invero, di scomodare la fede e l’auctoritas religiosa per decostruire con la docile forza della ragione, come più volte abbiamo provato a fare, l’assurdo costrutto liberticida su cui si regge il ddl Zan. nascosta dietro la vernice della lotta contro le discriminazioni – lotta giustissima e già ampiamente prevista dalla Costituzione –, v’è la volontà di imporre per decreto e con criminalizzazione dei dissenzienti il nuovo ordine erotico del pansessualismo genderista.
Il nuovo ordine mondiale produce a propria immagine e somiglianza un nuovo ordine erotico. Insomma, con il ddl Zan non si tratta di sacrosanta difesa dei diritti contro le discriminazioni, ma di violenta imposizione di un modo di pensare rispetto al quale non è prevista la possibilità di dissentire, pena l’essere puniti con pene draconiane. Ora, che anche la Chiesa di Bergoglio si sia ridestata dal letargico silenzio non può che fare piacere. Solo ci chiediamo perché la presa di posizione sia giunta così tardivamente e, soprattutto, ci domandiamo se la Chiesa di Roma saprà tenere il punto o, come nel 2013, sceglierà ancora una volta la via del proprio suicidio, del proprio scioglimento nel relativismo nichilista della civiltà dei consumi. Qui si parrà la sua nobilitate.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro