Roberto Mancini: il maestro di questa super Italia. Il condottiero perfetto per una truppa, quella azzurra, che rischiava di cadere nell’eterno anonimato dopo il dramma sportivo della mancata qualificazione ai Mondiali di Russia.
L’ex mister di Lazio ed Inter ha donato nuova linfa a tutto il movimento calcistico della penisola. Ha avuto inoltre il grande merito di mescolare alla perfezione giovani e meno giovani, plasmando un gruppo coeso e sincronizzato al meglio.
Mancano poco più di 24 ore al fischio d’inizio, nel tempio di Wembley, degli ottavi di finale di Euro2020. Donnarumma e soci fronteggiano l’Austria di Alaba. Sale l’attesa per la prima gara secca del torneo itinerante.
Il profilo di Mancini disegnato dalle nostre Teste di calcio
Alessandro Vocalelli
Per me Mancini non è una sorpresa. Ricordo che quando ci fu il dibattito sul nuovo CT io, per dire che la penso come allora, dissi che l’allenatore che poteva essere l’ideale per la Nazionale era Mancini. Questo per tanti motivi, e anche perché più di tutti aveva manifestato grande entusiasmo di fronte all’idea. Oltre alle qualità tecniche, che sicuramente ha, si è calato nel ruolo nel modo ideale. Per me è sicuramente l’uomo giusto al posto giusto.
Furio Focolari
Nel periodo della Lazio di Cragnotti ho conosciuto Mancini e, posso dire con assoluta certezza che lui già all’epoca era allenatore. I compagni di squadra si rivolgevano a lui in un certo modo, cercandolo e invocandolo. Mancini sapeva già allora cosa voleva. In Nazionale, oltre a tutti i record che sta raggiungendo, si vede anche la bravura dell’uomo. E’ importante che, da tante partite, l’Italia non solo vince ma non prende neanche gol.
Tony Damascelli
Io non uso ancora ancora l’aggettivo ‘grandissimo’ per definirlo come CT. Ma è un ottimo professionista ed è ideale per questo ruolo. Ha un equilibrio indispensabile in un mondo abbastanza frenetico, fatto di gente che corre e urla a bordocampo insultando. Roberto sta dando lezioni a certi suoi colleghi italiani e sta ridando un’immagine pulita al nostro calcio. Il suo equilibrio e la sua astuzia lo hanno portato a mettere insieme giovani e veterani. In squadra non ha fuoriclasse, ma ha dato una autostima collettiva che ci sta portando a questi risultati.
Luigi Ferrajolo
Roberto mi ha stupito. Io l’ho trovato maturato, come persona, in maniera incredibile. L’ho conosciuto quando era un ragazzo di 20 anni. Era introverso, un po’ nevrotico e sospettoso. Oggi invece è una persona straordinaria e piena di buon senso. All’epoca era quasi fastidioso a volte, oggi è una persona deliziosa. In più ha gioia nel fare questo lavoro di CT della Nazionale. Ha sempre puntato a quel ruolo anche perché, non avendo avuto una storia azzurra molto allegra e facile, punta a vincere qualcosa come allenatore della Nazionale. Quindi ci mette, oltre a grandi capacità, anche una passione sconfinata.