Il suo Europeo è finito qua, certamente suo malgrado o, se preferite, nonostante le sue prestazioni. Eppure, ha fatto in tempo a lasciare il segno, non soltanto per la gara di ieri contro l’Ucraina.
Parliamo di Emil Forsberg, uno che ha movenze e intuito, oltre che pregio tecnico, da numero dieci nato. Uno a cui nessuno ha mai dovuto insegnare il concetto di “ultimo passaggio” tanto per capirci, perché lo ha innato, più che nel bagaglio tecnico bisognerebbe rovistare in quello istintivo, per capirci.
Ventinove anni, un fisico poco svedese, se vogliamo, con 78 chilogrammi distribuiti 1,79 di statura. Una propensione naturale alla giocata, ma mai fine a se stessa. Peccato, davvero, che abbia salutato ieri.
Paolo Marcacci