Prove tecniche di ritorno alla fase 1! La conferma arriva dalla Spagna: il golpe globale è ormai incontenibile

Mentre le masse teledipendenti e tecnonarcotizzate sono quotidianamente distratte dallo spettacolo mediatico permanente, è sorprendente e incontenibile l’avanzata del nuovo ordine terapeutico su scala planetaria. Tra i tanti casi degni di nota, basti qui considerare anche solo en passant quello spagnolo.

Su “El Pais”, e in Italia su “ilfattoquotidiano”, viene in questi giorni data puntuale notizia del fatto che la Spagna sta già tornando a misure più stringenti anche nella cornice di questa “fase due”. In particolare, apprendiamo che l’area della Catalogna si avvia alla chiusura dei locali pubblici la sera e, secondo quanto espresso dal comitato tecnico-scientifico iberico, sta seriamente prendendo in considerazione l’opzione del ritorno al coprifuoco. Insomma, sbagliano anche quest’anno quelli che scambiano il momentaneo allentamento delle misure emergenziali per la fine dell’emergenza in quanto tale.

Le tesi che ho più volte formulato trovano, purtroppo, ancora una volta la loro triste conferma: anzitutto, la tesi della pandemia del rocchetto o dello yo-yo che dir si voglia, secondo la quale l’emergenza procede secondo il ritmo della alternanza tra fasi uno e fasi due, creando l’illusione di una possibile cessazione dell’emergenza stessa. Insieme, addossa sempre di nuovo la responsabilità del ritorno alle misure più stringenti alla popolazione irresponsabile e poco rigorosa nel seguire le norme del terapeuticamente corretto.

In secondo luogo, trova conferma anche la tesi, connessa a quella appena enunciata, secondo cui il cordino dello yo-yo si fa ogni volta più corto, con la conseguenza per cui la fase due dura sempre meno e si procede verso una graduale transizione a una fase 1 permanente.

In terzo luogo, ed è un tema sul quale mi sono soffermato ad abundantiam quando non ad nauseam, ancora una volta il potere dietro la promessa di sicurezza del bios procede sequestrando diritti e libertà, riprogrammando in forma verticistica e autoritaria le forme del governare le cose e le persone.

Quel che è accaduto in Spagna oltretutto mi permette di ribadire un altro punto, sul quale ho insistito, e che ritengo della massima rilevanza: la riplasmazione complessiva resa possibile dalla emergenza epidemiologica, reale anche se amplificata ad hoc dalla grancassa mediatica, non riguarda soltanto l’Italia, come stoltamente taluni ritengono e vanno ripetendo. E non riguarda nemmeno soltanto un gruppo chiuso di paesi limitati a una unica area del pianeta.

Al contrario, stiamo vivendo un vero e proprio golpe globale, una “rivoluzione passiva” gestita su scala planetaria dal blocco oligarchico neoliberale, dalla cinica classe dominante apolide e ovunque presente. Per ragioni sulle quali non intendo ora tornare a soffermarmi, perché me ne sono occupato già più volte, la classe dominante aveva bisogno di rivoluzionare e rimodellare integralmente il modo della produzione, per renderlo più conforme alle proprie esigenze di classe, scardinando il precedente stato di diritto e le precedenti strutture delle democrazie parlamentari, decostruendo il complesso e articolato sistema dei diritti e delle libertà fondamentali, ma poi anche l’organizzazione generale di quel modo di vivere collaudato che veniva considerato “normalità”.

Certo, per determinarsi in concreto il golpe globale o grande reset necessita comunque dell’intervento attivo dei governi nazionali, che svolgono con zelo la parte di passacarte e di maggiordomi al servigio della plutocrazia cosmopolitica borderless. Grazie alla emergenza epidemiologica artatamente utilizzata dai gruppi dominanti sans frontières, sta prendendo forma su scala globale una nuova figura del modo turbocapitalistico della produzione: lo chiamo già da tempo “capitalismo terapeutico”. Con ciò alludo al nuovo assetto planetario dell’ordine neoliberale, basato sul big tech e sul big pharma, sui colossi finanziari e sui giganti multinazionali, sul principio organizzativo del distanziamento sociale connesso con la tecnologia digitale e sulla mutazione dell’intera società in una grande clinica abitata da una sola tipologia di soggetti: i malati asintomatici, vale a dire i nuovi sudditi che devono di necessità sottoporsi al potere iatrocratico su cui il nuovo e sempre più asimmetrico Leviatano tecnosanitario si fonda.

Chissà, forse verrà il tempo in cui tutti capiranno cosa è realmente accaduto, ma purtroppo sarà troppo tardi per fermarne l’avanzata, perché il vecchio mondo sarà tramontato e quello nuovo, integralmente orwelliano, si sarà imposto su scala globale come nuova normalità.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro