Forse i giornali non ve l’hanno detto, e invero non ce ne stupiamo nemmeno troppo. A Genova moltissime persone sono scese in piazza per opporsi all’infame pratica discriminatoria della tessera verde: speriamo vivamente che questo sia solo l’inizio del risveglio democratico e costituzionale del paese contro la barbarie antidemocratica camuffata sotto il lessico medico-scientifico.
Non è poi nuova l’idea della tessera verde che, si dice, garantisce la comunità dal pericolo in agguato.
Già in altre epoche non necessariamente luminose, l’accettazione della tessera – non importa se di altri colori – era condizione indispensabile per lavorare, vivere e accedere agli spazi pubblici.
Anche all’epoca si diceva che ciò era fondamentale per proteggere la comunità umana dalle minacce di un pericolo che al tempo era inteso in chiave prettamente politica, e che oggi, nel levo dei fasti della scienza, viene presentato in chiave direttamente medico-scientifica.
Non sfugga che la questione è anche oggi ideologica assai più che medica o scientifica. Vi è un punto che più di altri non torna sul piano stricto sensu logico, ancor prima che medico-scientifico: se anche i benedetti dal siero contagiano, si contagiano e finiscono in ospedale, perché mai gratificare essi soltanto con la tessera verde? Per ragioni ideologiche, non medico-scientifiche.
Si consideri a tal riguardo il caso inglese. Ad oggi il 60% degli ospedalizzati è composto da non benedetti, e quindi il restante 40% da benedetti (la notizia è diffusa anche da Repubblica): ciò su una popolazione complessiva che è benedetta al 52,6%, fonte “Il Sole 24 Ore”.
Stante il fatto che anche i sottoposti al siero benedetto contagiano e si contagiano, quel che davvero conta per il nuovo potere è la disponibilità dei sudditi a giurare fedeltà al nuovo regime di verità e al nuovo metodo di governo delle cose e delle persone.
Semplificando, al potere importa che abbiate metabolizzato il nuovo paradigma e che ora giuriate una fedeltà solidissima. Assai più di quanto non gli stia a cuore che effettivamente vi siate sottoposti al siero benedetto.
Parafrasando “Vino e pane” di Ignazio Silone, l’ordine granitico del potere non è al sicuro – nonostante la sua propaganda monopolistica – fintantoché vi sono uomini liberi. Uomini e donne che non si piegano e che continuano a pensare e ad agire liberamente. Con le parole di Silone, basta che un piccolo uomo, un solo piccolo uomo dica “no” e quel formidabile ordine granitico è in pericolo.
Ci si domanda spesso, con stupore, come sia stato possibile che in passato uomini e donne abbiano accettato in silenzio la barbarie dei regimi del ‘900. Ebbene, è la stessa domanda che verosimilmente in futuro le generazioni a venire si porranno in relazione all’odierno regime terapeutico, con i suoi lockdown, le sue infami tessere verdi e alla sua vergognosa accettazione da parte della maggioranza della popolazione. Com’è potuto accadere tutto questo? Nel silenzio dell’indifferenza generale, soprattutto in ragione del fatto che i più non avevano nulla da obiettare e, anzi, si opponevano soltanto in relazione a quanti ancora si opponessero realmente.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro