Il Covid-19 ha privato i tifosi della gioia dello stadio. Il green pass potrebbe essere la soluzione per far tornare i tifosi sugli spalti? I protocolli per l’accesso del pubblico allo stadio contrastano con le rassicurazioni sulla campagna di vaccinazione e con le speranze dei tifosi. Nonostante il green pass infatti permangono pesanti obblighi per la limitazione del pubblico e il distanziamento degli spettatori
La scelta del mantenimento di un accesso contingentato stringente e di misure significativamente limitanti per il pubblico stride di fatto con la scelte sanitarie del governo. Potranno i tifosi tornare finalmente ad esultare allo stadio?
Ai microfoni di Radio Radio lo Sport Ilario di Giovambattista e le nostre “Teste di calcio” analizzano i limiti del green pass per l’accesso allo stadio.
L’opinione del direttore Ilario di Giovambattista
“Io sono totalmente contro il green pass perché lo Stato non si assume le sue responsabilità. Voi sapete che oggi le case farmaceutiche non si assumono responsabilità, chi ti vaccina non ha responsabilità, lo Stato non ha responsabilità. La responsabilità di chi è? Di chi si vaccina perché firma. È uno Stato totalmente folle. Tu mi imponi una cosa e io mi devo assumere la responsabilità di quello che mi imponi tu. Lontani anni luce dalla logica. Secondo me tra poco ci sarà una ribellione molto forte perché non possiamo accettare veramente tutto.
C’è il green pass? Ma per quale motivo deve essere limitato l’acceso allo stadio? Con il green pass non sono tutti al 100% scevri dal problema del Covid? Io non riesco a capire queste limitazioni con il green pass, ma allora a cosa serve? Lo stadio al 50% della capienza con il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro. Questo significa che in uno stadio come l’Olimpico da 60.000 posti disponibili, il 50% sono 30.000 ma per la distanza puoi mettere una persona ogni tre seggiolini, diventa un 30%. Ma allora perché è stato fatto il green pass?”
L’opinione delle nostre “Teste di calcio”
Furio Focolari
Io sono favorevole al green pass, ma nel momento in cui c’è perché mi devi fare il distanziamento? Nella Formula 1 sono andate quasi 400.000 senza distanziamento ma con le misure del green pass e del tampone. Non vedo perché si debba ridurre così tanto la capienza. All’inizio pensavo che si arrivasse al 75% come richiedono le squadre. Non capisco il perché.
Tony Damascelli
Non ho raccolto la provocazione di Ilario ma penso di capire. Vi dico solo una cosa: io ho ricevuto quattro codici identificativi diversi e nessuno è ritenuto valido dal sistema. Continuano a mandarmeli, io compilo la documentazione e il formulario richiesto in maniera perfetta, ma mi dice che il codice non è valido. Questo è per “facilitare” il cittadino. Non basta l’attestazione con tutti gli estremi.
Ma se non basta, perché ci hanno consegnato il certificato vaccinale? Queste domande andrebbero fatte, qualcuno deve rispondere. È tutto solo un fatto burocratico.
Alessandro Vocalelli
Se si crea un lasciapassare a garanzia dell’immunità a quel punto non capisco queste limitazioni. Capisco il 75% per non creare assembramento, ma deve esserci una percentuale nettamente superiore. Il green pass serve per entrare al bar, ma se sono sull’autobus c’è bisogno del green pass? Sull’autobus chi controlla?