Eccoci qua oggi a parlare di Mps – Monte dei Paschi di Siena, che è venuta alla cronaca anche per la candidatura del segretario del PD Letta nel collegio di Siena alla Camera. E parliamo di questo cercando di rendere semplici, cose molto difficili. Il sistema bancario indubbiamente è un qualcosa di complesso.
Oggi il sistema bancario italiano vede due gruppi più importanti: Intesa e Unicredit. Unicredit che vorrebbe assorbire Monte dei Paschi di Siena perché è in una rincorsa. Questa rincorsa ci dice che il cambiamento in atto ha dei fruitori, che non sono gli utenti. Allora i fruitori sono i lavoratori? Molti di questi andranno in un esubero controllato, con prepensionamenti legati a un fondo. Saranno circa 5000/5500, quindi una cifra importante di persone che usciranno dal sistema Mps per andare in una sorta di prepensionamento.
Da tutto questo c’è qualcuno che ci guadagna, che fa dei profitti? Ebbene sì, sono gli amministratori delegati di queste grandi imprese bancarie che di fatto diventano quasi dei re, perché fanno dei dividendi importanti e lavoreranno molto per spingere su questi dividendi. Considerate che queste banche, da Intesa a Unicredit, sono collegate a dei fondi: quelli che governano il mondo, pensiamo a BlackRock.
Entriamo nel merito della vicenda. Questi profitti andranno ad allargare i grandi dividendi. E cosa accadrà per questi amministratori delegati, per queste dirigenze bancarie? Torneranno indietro nel tempo, non saranno più soggette al volere del mercato e alle dinamiche complesse della società moderna ma diventeranno quasi dei re, dei nobili. Si torna prima della Rivoluzione francese, perché faranno talmente tanti profitti, tanti dividendi che saranno di fatto inamovibili.
In questo cambiamento di status per quelli che dirigono, c’è un cambiamento difficile per i lavoratori che saranno spinti sempre di più a cercare di costruire delle nuove offerte: prodotti assicurativi, assistenza sanitaria, assistenza pensionistica. È un mondo che cambia e cambia in negativo per i lavoratori. Questi lavoratori bancari lavoreranno sotto pressione perché dovranno ottenere sempre più risultati dal punto di vista di questi prodotti. Sono pressioni che io reputo indebite. Sono 300.000 lavoratori bancari che dovranno drenare profitto a favore dei gruppi dirigenti di queste grandi banche, i quali diventeranno più ricchi e faranno più dividendi. Ci saranno nuovi re potentissimi e tanti sudditi.
3Minuti con Marco Rizzo