Sono entrate in vigore le nuove misure del Green pass, quello che ci dicono essere stato imposto dalla scienza: vediamo allora quanto di scientifico c’è nelle nuove misure imposte.
Io, per esempio, sono di Napoli. Se oggi volessi prendere l’aliscafo o uno degli affollatissimi traghetti per l’isola di Ischia – che a fine agosto sappiamo esplodere di gente – non avrei bisogno del Green pass.
Ma se lo stesso traghetto volessi prenderlo per raggiungere Palermo, allora sì, senza Green pass rischierei di infettare qualcuno.
Se oggi volessi prendere la metro o la Cumana che in 40 minuti collega Napoli con i paesi dell’interland (generalmente mezzi molto affollati, soprattutto nei weekend), non avrei bisogno del Green pass e potrei viaggiare letteralmente attaccato ad altri pendolari.
Se però volessi prendere un’ora di treno Frecciarossa per Roma, pur avendo il mio posto assegnato, non potrei farlo senza Green pass o rischierei di contagiare qualcuno.
Ora ditemi la verità: quanta scienza vedete in queste decisioni?
Quanta coerenza e razionalità scientifica vedete in tutto questo?
Assolutamente nulla. Questo perché non è la scienza che sta gestendo la pandemia, ma la politica.
Ecco perché esiste chi ha dubbi sui vaccini. Non perché si voglia essere “no-vax”. Cosa vuol dire essere no-vax?
Il sottoscritto dichiara pubblicamente di non essere no-vax. Perché dovrei rigettare la scienza che ha salvato migliaia di vite umane ed ha allungato l’aspettativa di vita?
Perché dovrei odiare i vaccini che molte malattie hanno debellato e che ti permettono di raggiungere posti remoti del mondo dove senza vaccino si può rischiare la vita in ogni momento?
Perché dovrei ripudiare tutto questo e definirmi “no-vax”?
Il problema nella questione del vaccino contro il Covid e della gestione della pandemia in generale non riguarda assolutamente il fatto che non si voglia seguire la scienza, ma l’esatto opposto.
Molti, come me, non accettano che la scienza sia stata messa da parte e subordinata alla politica, agli interessi delle oligarchie, ad interessi privatistici, o spesso addirittura ad interessi geopolitici. E’, in sostanza, la politica che prende il posto della scienza a spaventarci, per questo spesso non si accettano le misure imposte, pur essendo consapevoli dei rischi.
Dirò di più, noi che non accettiamo certe imposizioni siamo quelli che più di tutti stanno rispettando la scienza. Siamo quelli che vogliono che la scienza venga rimessa al suo posto, quelli che vogliono vederci chiaro, quelli che vogliono che la scienza abbia la sua importanza. Non accettiamo di darla vinta alla politica e all’economia che di quella scienza si prendono gioco, come nel caso dell’antiscientifico Green pass.
Non voglio più sentire che chi non accetta certi diktat della politica venga definito “contro la scienza”, perché è vero esattamente il contrario: la nostra opposizione mira proprio a ridare alla scienza la sua perduta centralità.
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