L’ultima abominevole proposta: con l’obbligo vaccinale niente sanità pubblica ai non benedetti

Infine è giunta l’abominevole proposta di togliere la sanità pubblica a chi non si faccia benedire in caso di obbligo di benedizione con il siero sempre laudando in saecula saeculorum.
In sostanza un non benedetto, che peraltro paga le tasse, non potrà più fruire della sanità pubblica laddove invece potrà fruirne un pluriomicida in carcere. Altro da aggiungere per connotare l’infame leviatano tecno-sanitario? E chi vi sta parlando, si badi, sostiene la piena universalità della sanità pubblica: chiunque ha il diritto di essere curato in uno Stato civile e degno di questo nome.
Tornando al leviatano tecno-sanitario, impongono e celebrano il ricatto dell’infame tessera verde della discriminazione a norma di legge – senza la quale ti tolgono lavoro e diritti – e si stupiscono che vi sia poi chi non si piega, chi dice no, chi dissente e chi financo disapprova gli ignobili modi della nuova greenstapo.

Intanto a San Marino è appurato che le due dosi Sputnik non bastano e non vanno bene, dacché – l’abbiamo capito – Sputnik è della insubordinata (e forse insubordinabile) Russia di Putin.
Per poter beneficiare della infame tessera verde in territorio italiano, la popolazione di San Marino deve dunque sottoporsi alla benedizione col Santissimo siero di marca euroatlantista, l’unico per definizione valido. Tutto questo ovviamente è legato al discorso medico-scientifico, mica ai materialissimi rapporti di forza di ordine geopolitico.
La sventura di San Marino, lo sappiamo, è di trovarsi geograficamente come realtà autonoma in mezzo a una colonia senza dignità della civiltà del dollaro: tale è infatti l’Italia con le sue 110 e più basi militari statunitensi.

Non sfugga pure un altro aspetto – inquietante come molti altri – che fa da spia per segnalarci come la situazione stia clamorosamente precipitando: è finito anche il tempo della solidarietà di classe tra lavoratori. Ci sono riusciti. Il neoliberismo ha colonizzato gli animi anche di coloro i quali tutto l’interesse avrebbero a battersi per rovesciarlo.
Accade così che in questi giorni i benedetti mangino seduti comodamente in mensa esibendo l’infame tessera verde senza curarsi dei colleghi sprovvisti, i quali sono costretti a mangiare fuori e magari direttamente seduti per terra come cani.
E’ questo lo scenario che ci viene restituito da altrettante immagini di quotidiana guerra al tempo del leviatano tecno-sanitario: in altri tempi, per solidarietà e protesta, nessuno si sarebbe seduto in mensa.

Sono queste le cronache quotidiane del nuovo leviatano tecno-sanitario, una realtà ogni giorno più oscena che però ci induce a riflettere su quanto aveva già messo in luce Étienne de La Boétie nel suo capolavoro “Discorso sulla servitù volontaria”: non dobbiamo pensare il potere come un monolite che ci domina dall’alto e che subiamo passivamente. Il potere è un reticolo, un rapporto di forza in grazia del quale il potere ci domina perché noi siamo disposti a farci dominare, perché collaboriamo attivamente con i nostri aguzzini.
“Per questo”, diceva La Boétie ,”Il talismano magico della rivoluzione consiste anzitutto nel cessare di obbedire a un potere tirannico e dispotico”.
“Cessate di obbedire e sarete liberi”, dice La Boétie, “il tiranno crollerà come un gigante dai piedi di argilla se non avrà più il sostegno che quotidianamente gli date con la vostra obbedienza”.
Basterebbe in fondo rimanere fedeli alla Costituzione, basterebbe in fondo rimanere fedeli alla dignità. “E forse”, per citare La Boétie, “il tiranno del leviatano tecno-sanitario crollerebbe come corpo morto“.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro