“Psicologia delle folle” e diritti calpestati: limitano la libertà seguendo uno schema vecchissimo

Quando le classi proletarie e borghesi pretendono di avere un ruolo nella società di fine XIX sec. vengono viste da coloro che per secoli avevano detenuto il potere come un pericolo. Un’opera più di altre rappresenta la visione di quell’epoca “La psicologia delle folle” pubblicata nel 1895 dall’antropologo francese Gustave Le Bon. Ciò che preoccupava i conservatori dell’epoca erano le pretese delle classi nuove: la limitazione delle ore di lavoro, la parità dei diritti, la redistribuzione della ricchezza, l’abolizione dei privilegi.

Le cose sono veramente di tanto cambiate? Veramente quando io leggo i giornali, i quotidiani di oggi e vedo quello che succede sulla parità dei diritti, la redistribuzione della ricchezza, l’abolizione dei privilegi, siamo convinti di aver fatto passi avanti rispetto alla fine del XIX secolo. Io ho dei dubbi, perché il capitalismo in realtà non è altro che un modo dell’imperialismo. Oggi noi siamo di fatto ancora in un modello imperialista delle classi dominanti che sono coloro che detenevano il capitale e che a partire da Adam Smith ritengono che investire il capitale per creare altro capitale sia l’unico modello economico possibile. Io dico esiste un altro modello economico possibile, si chiama economia umanistica.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi