Uragano Roma: Mourinho senza peli sulla lingua dopo il cappottone in Norvegia. Il Bodo Glimt passeggia sulle ceneri delle riserve giallorosse. Il giocattolo capitolino, continuando così, rischia davvero di rompersi.
“La responsabilità è mia. Io ho scelto questa formazione con una doppia buona intenzione… abbiamo perso contro una squadra che oggi aveva più qualità di noi. Se potessi giocare sempre con gli stessi giocatori – ha detto lo Special One nell’immediato post partita – lo farei. C’è una differenza significativa di qualità tra il gruppo dei titolari e il secondo. Sapevo dei limiti di qualche nostro elemento, non è niente di nuovo. Ho parlato in privato con la società, anche prima di questa brutta sconfitta“.
“Posso darvi una notizia? I Friedkin – ha rivelato il nostro Direttore Ilario Di Giovambattista – non l’hanno presa assolutamente bene. La società non è assolutamente d’accordo con Mourinho né nella modalità di comunicazione, né di come ha perso la squadra in Norvegia. Perché poi, alla fine, a rimetterci sull’immagine è il club“.
Il dibattito con i nostri esperti
Alessandro Vocalelli
Il risultato è umiliante, ma la cosa più grave è quello che ha detto Mourinho a fine partita. Credo che se l’avesse fatto qualsiasi altro allenatore oggi si scriverebbe qualsiasi cosa, mentre vedo che sul portoghese continua ad esserci una forma di sudditanza. Ha detto cose che non fanno parte del repertorio del grande allenatore che è e ha fatto cose che non fanno parte del repertorio del grande allenatore che è. Ha messo in campo una squadra completamente sbagliata preparando i giocatori scesi in campo in maniera orribile. Poi ha esposto le seconde linee alla pubblica piazza dicendo: ‘Adesso avete capito di cosa parlo‘. Questa è una cosa che non va bene nei confronti di tutto il gruppo.
Roberto Maida
Nel marzo 2009, primo anno di Mourinho all’Inter, lui dopo una sconfitta in Coppa Italia con la Sampdoria tira fuori un discorso uguale a quello di ieri. Io sono sorpreso di chi si sorprende. Mourinho è questo ed è sempre stato così. Quindi dobbiamo entrare nell’ordine delle idee che o Mourinho è finito nel posto sbagliato, oppure che la società sia allineata con questo principio. Tale principio si basa sull’intenzione di smantellare completamente quello che è stato, mettersi in mano a questo grande totem del calcio mondiale e provare costruire una squadra che possa essere all’altezza delle ambizioni calcistiche del mister e imprenditoriali dei Friedkin.
Luigi Ferrajolo
Ma Mourinho pensa che la società a gennaio gli possa dare 10 giocatori diversi da quelli che ci sono oggi in rosa? Io faccio il mister portoghese troppo intelligente. Una società seria, se l’allenatore non si chiamasse Mourinho, lo avrebbe già cacciato a calci nel sedere. Oltre alla macchia indelebile del 6-1, in cui lui mette per primo la firma insieme ai giocatori, aggiunge il danno di dire pubblicamente: ‘Questi 10 sono delle pippe‘. Questo significa prima di tutto spaccare lo spogliatoio, significa buttare nel secchio 10 giocatori e renderli quasi incedibili a gennaio. Poi siamo andati a prendere quest’altro genio di Pinto che viene dal Portogallo e sembra che inventi lui il pallone.
Gianluca Lengua
Io credo che Mourinho abbia un metodo e lavori con questo metodo. Lui non ha l’elasticità per inventarsi il metodo Roma. Mourinho lavori così e basta. Lui viene qui e ti dice le stesse cose che ha detto all’Inter nel 2009. Evidentemente per lui è un metodo di lavoro credibile e che gli ha permesso di vincere 25 trofei e mezzo. Tale metodo, però, forse non funziona nella Roma. Io non vorrei che qui è stato preso un allenatore top, abituato a giocare con giocatori top, e che non voglia guardare minimamente in faccia tutti quei giocatori di medio o basso livello. Se così fosse, i giallorossi andrebbero a sbattere contro un muro col rischio di farsi male.