L’Unione europea ha accelerato e potenziato tutti i processi caratterizzanti la globalizzazione turbocapitalistica. E proprio in questi giorni peraltro stiamo tornando ad assistere allo scontro insanabile tra le istanze delle sovranità nazionali e delle identità locali contro la tendenza cosmopolitizzante dell’Unione europea. È quello che sta accadendo soprattutto in relazione alle tensioni che si registrano ogni giorno crescenti tra la Polonia detta sovranista e gli “euroinomani” di Bruxelles.
La Polonia sta giustamente rivendicando la propria sovranità nazionale e con ciò stesso sta ricordando a tutti gli altri Stati membri dell’Unione europea cosa realmente sia l’Unione europea. Dietro il nobile nome di Europa si nasconde il grigio volto del tecnocapitale e del potere bancario della Bce.
Non si è fatta attendere la reazione piccata e talvolta anche tignosa di alcuni esponenti di prim’ordine di quello che potremmo chiamare l’ordine eurocratico del Vecchio Continente. In particolare si è fatta sentire tonante la voce di Mario Draghi. Draghi che rappresenta la fase suprema del Grande Reset ha rimproverato aspramente la Polonia rivendicando una volta di più quelli che egli ha appellato gli “ideali europei”. E naturalmente per “ideali europei” si debbono qui intendere il Fiscal Compact, la Spending Review, la legge dell’indebitamento usuraio e assassino dei popoli, il massacro delle classi lavoratrici in nome delle più alte ragioni del mercato e dei “conti in ordine”.
Allora, voi condividete oppure no gli ideali degli euroinomani senza pietà di Bruxelles?
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro