Ho cercato di sfatare il mito della bassa produttività italiana facendo capire che questa aveva a che fare con l’Euro, con la moneta e con il cambio fisso. Ho spiegato che abbiamo scaricato sulla deflazione salariale, sul problema dei salari più bassi, la perdita di competitività che non possiamo più avere avendo un cambio fisso e non più flessibile.
L’obiezione che viene fatta: la colpa è delle imprese italiane, troppo piccole e poco produttive. Questa leggenda è falsa. Se fosse vero che le imprese piccole non sono produttive, devono spiegare perché fino alla seconda metà degli anni novanta la produttività italiana era sostanzialmente allineata a quella tedesca. Mi spiegate perché nella prima metà degli anni novanta i tedeschi erano disperati e preoccupati. Andatevi a vedere la bilancia commerciale italiane e il rapporto Italia-Germania negli anni novanta. Noi eravamo estremamente competitivi. Noi abbiamo lo stesso identico tessuto industriale, siamo strutturati in piccole e micro-imprese cioè aziende con meno di 10 dipendenti. Allora cosa è successo nella seconda metà degli anni novanta? Un attacco alieno, una pandemia, avete letto sui libri di storia che gli italiani siano stati colpiti dal morbo della demenza oppure dal morbo dell’essere sfaticati e non voler più lavorare? Come si fa ad andare contro la statistica, la matematica e il buon senso? Possibile che non ci possa essere un’altra spiegazione molto più naturale e più semplice.
Abbiamo gli stessi imprenditori di allora, abbiamo le stesse aziende di allora, le stesse dimensioni di allora, lo stesso sistema bancario di allora. È stato certo danneggiato il nostro sistema bancario, comprato e svenduto al pensiero unico esterovestito ma gli imprenditori non sono diventati grandi imprese in Italia. Se erano competitivi fino alla metà degli anni novanta era perchè c’era una moneta che si chiamava lira che permetteva al nostro sistema industriale e bancario di essere competitivo.
Cosa possiamo farcene di questo quadro? Io ho deciso di parlare alla singola persona, uomo, donna, pensionato, studente e al libero professionista. Parlo dell’economia dell’anima, sul lavorare sul sè, sul lavorare sull’ IO interiore, lo faccio sul mio gruppo Telegram. Vi aspetto!
Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi