Guardavo sul gruppo Telegram “Valerio Malvezzi canale ufficiale dell’economia umanistica” il messaggio di una signora iscritta: “Normalmente siamo abituati alla fretta, a mostrare quanto valiamo. Nella casa è diverso, qui deve regnare il silenzio, l’ascolto, la pazienza con noi stessi e la nostra ignoranza. Questo è l’unico modo per dare spazio all’anima che ha una voce lieve”.
Scrive questo Mariagrazia Merighi che ringrazio. Perché ho letto questo passo? Perché questa persona ha colto perfettamente la ragione per la quale io non mi accaloro, non appartengo a coloro che vanno a discutere dell’unico argomento, quello di virologia e diritto costituzionale, che appassiona tutti i commentatori italiani in modo inversamente proporzionale alla loro competenza. Questo desiderare sempre di urlare, di mettere i punti esclamativi, questo usare i social in modo triviale e alle volte violente non mi appartiene. La signora dice “siamo abituati alla fretta, al rumore”, io mi rivolgo ancora a chi ama leggere un libro come me.
“Al mostrare quanto valiamo”, ecco questo bisogno che ha l’essere umano di essere sempre sui social, di esternare per forza le proprie opinioni. La signora con “casa” si riferisce alla “Casa dei matti”, nome che ho dato al gruppo omonimo di Telegram dove ci sono miei allievi quelli che ricevono delle lezioni gratuite che io fornisco sulla materia dell’economia umanistica.
La signora Mariagrazia chiude questo testo con un concetto bellissimo: “Per dare spazio all’anima che ha una voce lieve”. Non è necessario urlare per ascoltare la voce dell’anima. Ecco perché io faccio un corso di economia dell’anima ed ecco perché tante persone stanno venendo nel gruppo Telegram dell’economia umanistica.
Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi