Quale cura per questa Juventus malata? Massimo Giletti, ospite ai microfoni di Radio Radio Lo Sport, fa il punto della situazione sul momento scurissimo vissuto dalle parti della Continassa.
Il rendimento attuale della compagine bianconera sembra la conseguenza inevitabile di una serie concatenata di errori madornali commessi nel corso degli ultimi anni. L’acquisto monstre di Cristiano Ronaldo e lo scoppio imprevisto della pandemia hanno messo in seria difficoltà i conti del bilancio juventino.
Il responso dell’ultima assemblea dei soci non ammette repliche. I debiti complessivi ammontano ad oltre 200 milioni di euro. La proprietà bianconera sarà quindi costretta ad immettere un aumento di capitale pari a circa 400 milioni. Come se non bastasse arrivano notizie non certo incoraggianti dal campo. L’ultima debacle casalinga contro il Sassuolo è lo specchio del periodo di crisi, si spera momentanea per i sostenitori della Vecchia Signora, ormai acclarata per i ragazzi di Max Allegri.
Queste le considerazioni di Massimo Giletti, giornalista e tifoso della Juventus
La crudeltà dei numeri
“I numeri e le statistiche parlano. Analizzando la squadra non puoi non parlare dei numeri appunto. Sarri aveva 11 punti in più della Juve di oggi, Pirlo ne aveva 5. Ci sono 200 e più milioni di buco. C’è anche un problema gestionale. Perché la gestione fatta attraverso Elkann ed Exor si discosta da chi gestisce poi la società bianconera. Detto questo, quando scarseggiano i soldi per svariati motivi a quel punto servono competenze e idee. Il problema vero di questa squadra è lo smarrimento di una identità. La Juventus va in campo ma non sembra la Juventus. La squadra è riuscita ad andare avanti incredibilmente giocando esattamente come io non vorrei mai veder giocare la Juve, cioè tutta dietro sperando in un contropiede o in un miracolo. Io non voglio questo. Credo allora che tutti, dal Presidente all’ultimo dei giocatori, debbano mettersi in discussione“.
Ronaldo colpevole della decadenza bianconera? Non esageriamo
“Oggi c’è la grande discussione relativa all’investimento fatto per Ronaldo. Il primo anno l’investimento è stato economicamente importante che però ha retto. La Juventus tentava un salto di immagine nel mondo e, in questo, ci è riuscita. Il problema è che Ronaldo è venuto ad intersecarsi con il periodo Covid, e quindi non c’erano più le entrate dello Stadium che servivano per finanziare quasi solo il suo acquisto. CR7, super uomo e giocatore, però è diventato anche un alibi per coprire gli altri difetti di squadra. Io penso che il calcio sia un gioco straordinario perché è un gioco collettivo, ma imputare a Ronaldo la decadenza della Juventus è un errore. A volte il rischio di impresa non funziona. Qui il problema è un altro. Al fianco del portoghese sono stati scelti giocatori a centrocampo che non sono di livello. Di fatto oggi non hai un regista e non hai neppure un centravanti. A preoccuparmi di più sono i cambiamenti all’interno del management. In poco tempo sono cambiati Marotta, Paratici e sono arrivate persone nuove. Mettiamoci poi che la Juventus ha cambiato 4 allenatori in un attimo“.
La dolorosa separazione con Marotta
“A conferma della qualità di Marotta c’è il lavoro che sta svolgendo all’Inter. I nerazzurri sono tornati a vincere perché lui ha investito su Conte. Io però ora vorrei capire come si esce da questa situazione complicata. Quando qualcuno mi dice: ‘Non c’è più Ronaldo…”. Il problema non è solo lì. Quando hai un debito di oltre 200 milioni vuol dire che non avrai molti margini di manovra sul mercato, nonostante un aumento di capitale di quasi 400 milioni. Ovviamente io vorrei avere Vlahovic o un altro centravanti vero che mi risolve le partite, ma dove lo compri? Allegri era abituato a gestire un gruppo molto maturo e qualitativamente molto più alto con le avversarie nettamente inferiori“.
Quanti denari buttati via sul mercato…
“Il calcio ha delle regole abbastanza evidenti. Negli ultimi anni la Juventus ha investito male buttando molti denari. Basti pensare alla gestione di Kean e Romero. Poi ci sarebbe da parlare anche delle plusvalenze e di altre storie di questo calcio malato. Arthur lo hai pagato 60 milioni di euro e non l’ho mai visto fare un passaggio filtrante. Così dove possiamo andare?“
Pierluigi Lantieri