Il peggio è già arrivato, stiamo cadendo in un baratro: i servizi pubblici sono ormai al collasso

La magia ingannatoria del pensiero unico neoliberista è quella che fa pensare che per spegnere una cascina in fiamme un pompiere debba buttare della benzina invece che dell’acqua. Tale affermazione suona paradossale ed incredibile a qualsivoglia lettore.

Si cerchi di spiegare la dottrina liberista in maniera di austerity il fatto che bisogna tagliare la spesa pubblica per ridurre il rapporto debito-PIL. A nulla vale il fatto che da decenni il rapporto debito-Pil, nonostante si applichi la cura consigliata, continui a peggiorare. A nulla vale il fatto che dal 1991 l’Italia faccia avanzo primario cioè tassi di più di quanto spenda, applicando la stessa ricetta e ciò nonostante si verifichi l’effetto documentato.

La dottrina neoliberista di tagliare la spesa pubblica e alzare le tasse, creando l’effetto del c.d. avanzo primario, è una follia perché da trent’anni, dal 1991, in Italia con tutti i governi che si sono susseguiti stiamo seguendo questa ricetta. Il risultato in trent’anni è stato peggiorare le pensioni, peggiorare i servizi degli ospedali, la sanità, l’istruzione, la scuola e la sicurezza. Tutti i servizi pubblici sono peggiorati nell’arco di questi trent’anni.

La pressione sulle famiglie e sulle imprese è aumentata, abbiamo perso dei posti di lavoro perché gli imprenditori non sono riusciti a mantenere le loro aziende, in sostanza siamo in un baratro. Qual è la ricetta che viene proposta nei prossimi anni? L’austerity. Quando io provoco dicendo che è come un pompiere buttasse la benzina per spegnere le fiamme, è la stessa cosa. La spiegazione che danno è: non abbiamo buttato abbastanza benzina, non abbiamo tagliato abbastanza spesa pubblica, non abbiamo fatto abbastanza pressione fiscale.

Perché? Perché così facendo l’avanzo primario viene eroso da interessi non dovuti ad un sistema di banche private ma per non affrontare il tema della sovranità monetaria vi raccontano che è meglio buttare la benzina piuttosto che l’acqua.

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