È di pochi giorni fa una dichiarazione del Ministro Brunetta che dice sostanzialmente che il PNRR è il futuro, la possibilità di far ripartire l’Italia perché, dice lui in un convegno, abbiamo avuti tanti anni di stagnazione, gli anni dell’Euro, ma quando si accorge di aver detto una cosa vera si corregge negando che la colpa sia dell’Euro, smentendo ogni correlazione tra quest’ultimo e la stagnazione della Lira, sostenendo che la causa di ciò sia la mancanza delle riforme ed iniziando la classica predica a cui siamo abituati.
Queste litanie hanno stancato, secondo Brunetta non abbiamo fatto le riforme prima di entrare nell’Euro e poi non abbiamo approfittato dell’Euro per realizzare le riforme dopo. Ho spiegato come funziona il meccanismo di indottrinamento: spegniamo il fuoco nella cascina mandando i pompieri a versare benzina. Quando si scopre che la cascina brucia ancora di più la tesi è che non è stata messa abbastanza benzina.
Io vorrei chiedere al ministro Brunetta se veramente negli anni 90′ non abbiamo fatto le riforme, ricordiamoci della Riforma Dini sulle pensioni. Brunetta non si ricorda del Ministro Treu e del pacchetto sul lavoro? Non si ricorda più delle privatizzazioni attraverso le quali siamo stati il Paese che ha privatizzato di più il sistema pubblico? Mi sembra che il direttore generale del Tesoro fosse tale professore Mario Draghi. Lei queste cose se le è dimenticate.
Per vedere se esiste una correlazione tra stagnazione e l’entrata dell’Euro, prima e dopo la sua introduzione, c’è una curva con la quale si rappresenta dal 1970 al 2020 la crescita reale del reddito degli italiani rapportato al PIL. Se il reddito pro capite degli italiani cresce noi dovremmo aspettarci logicamente una curva che continua a crescere ma guarda caso esattamente quando arriva l’Euro la curva si flette e si piega. La “liretta”, come dice Brunetta, era veramente qualcosa di dannoso per l’Italia?
Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi