Di solito i neoliberisti prendono in esame due indicatori per dimostrare la stabilità di un paese, cioè il cosiddetto rating di un paese. I rating sono essenzialmente di tre tipi: interni, esterni e sintetici. Sto parlando dei rating esterni, quelli che vengono dati dalle cosiddette agenzie di rating.
I due indicatori sono il livello del debito pubblico rispetto al PIL che vuol dire sostanzialmente lo stock complessivo del debito accumulato da un paese nell’arco degli anni. Per inciso è attorno al 155%. Il secondo parametro è invece il deficit/Pil cioè il differenziale sostanzialmente tra la componente attiva e passiva di un anno con il PIL. Il deficit quindi è il differenziale compensato da diverse componenti. Oggi siamo a circa il 9%.
La cosa interessante è che le agenzie di rating vengono prese dai neoliberisti come se fossero i depositari della verità e soprattutto della oggettività. Se fosse così quando il debito e il deficit salgono il paese dovrebbe sempre peggiorare in termini di rating, così viceversa. Perché Fitch pochi giorni fa ha alzato il rating dell’Italia tripla B, migliorando il suo giudizio, dato che l’italia è al 9% di deficit e a 155% di debito/Pil. Quando invece noi avevamo il 2% di deficit e avevamo il 120% di debito/Pil ci abbassavano i rating.
Questo è un esempio che dovrebbe far capire a tutti che di imparziale, di oggettivo, nella materia economica non c’è nulla e che è soltanto nelle lezioni universitarie di economia si dice che questo teorema si basa sull’assunto che gli uomini sono razionali. Gli uomini non sono razionali e molto spesso alcuni uomini sono al servizio di altri uomini. Ecco la spiegazioni di cose apparentemente illogiche.
Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi