I pensieri di Walter Sabatini. Uno dei direttori sportivi più noti e apprezzati del nostro panorama calcistico è intervenuto ai microfoni di Radio Radio Lo Sport.
Dalle pretendenti allo scudetto al momento particolare in casa Juventus, passando per gli anni a Trigoria e l’esperienza significativa anche nella dirigenza della Lazio targata Claudio Lotito. Commenti e riflessioni a 360° sugli equilibri di un campionato che, mai come in questa stagione, vive un equilibrio sottile ed emozionante.
Al momento Sabatini è in riposo attivo. Dopo l’addio al Bologna, infatti, il dirigente nativo di Marsciano non ha trovato l’accordo con il Genoa proprio nelle scorse settimane. Ciononostante siamo certi che Walter tornerà in pista al più presto per sfornare colpi di mercato da applausi.
Un Direttore pronto a tornare in pista
“Nel weekend vedo tutte le partite di Serie A e, in particolare, quelle del Bologna. La squadra rossoblu, anche se me ne sono andato, rimane sempre al centro delle mie attenzioni. Per il resto sono in aspettativa e attualmente a riposo che definirei attivo“.
Chi è la favorita per lo scudetto?
“Un mese fa, e anche adesso confermo la mia idea, ho puntato sul Napoli. Certamente adesso gli infortuni e la coincidenza della Coppa d’Africa fanno nascere dei dubbi, anche se penso che Spalletti troverà la maniera di rimettere in ordine la squadra portandola ad un rendimento accettabile. L’Inter è in grande risalita con una spinta fortissima. Credo che anche il Milan potrà dire la propria fino alla fine per la lotta al titolo. Questo è un campionato bellissimo con gli obiettivi più importanti nel mirino di tante squadre di spessore“.
Sulla Juventus
“I bianconeri non hanno trovato ancora un canovaccio giusto con parecchie defezioni e discontinuità in campo. Questa è però anche una conseguenza dell’abbandono di Ronaldo. Poi se crescerà la condizione di Dybala, allora anche la Juve si rimetterà a posto la situazione di classifica e non solo. A centrocampo sembra mancare un po’ di qualità nel cambio di marcia e nell’accelerazione. In passato tra l’altro avrei voluto portare Rabiot a Roma, ma saltò tutto per un capriccio della madre“.
Cosa manca a questa Roma per cambiare marcia?
“A me sembra che ai giallorossi manchi una proteina importante che unisca il gruppo trasformandolo in una squadra coesa e pronta ad affrontare qualsiasi tipo di partita. La Roma gioca brandelli di partita. Quindi ci vorrebbe un collagene per unire tutto e tutti“.
Le sorti giallorosse sempre nel cuore
“La società deve sempre mantenere un ruolo preminente e primario rispetto a tutte le altre componenti. Ora non so quale sia l’impatto di Tiago Pinto nei confronti dello spogliatoio e non so quale sia la forza di Pinto nei confronti dello stesso Mourinho e agli stessi Friedkin. Detto questo, io sono un tifoso della Roma come mio figlio. Ovviamente ringrazierò per sempre anche il Presidente della Lazio per gli anni vissuti nel club biancoceleste“.
“Tornerei alla Roma, ma…”
“Se tornerei alla Roma? No, non c’è nessuna possibilità, ma questa è una domanda retorica perché come si fa a chiedere a me se tornerei alla Roma… certo che ci tornerei ma nessuno pensa di farmi tornare alla Roma e in nessun momento c’è stato un avvicinamento neanche timido nei miei confronti, cosa che capisco molto bene perché ormai il calcio tende a individuare i nuovi dirigenti con altri metodi: anche loro ora sono frutto di algoritmi. Io come persona non voglio essere “vittima” di un algoritmo“.
“Zhang un semi-dio in Cina. Lotito il migliore in assoluto”
“Io la potenza di Zhang ho potuto riscontrarla in Cina quando andavo a vedere Capello una volta al mese. Non è neanche considerato una persona lì, è un semi-Dio. Ha una potenza economica nauseabonda,
Zamparini era un presidente incredibile, con lui ballavi sempre il tip-tap. Non sapevi mai in che condizioni d’animo lo trovavi, ma era veramente stimolante lavorarci. Oltretutto è un intenditore di calcio.
Lotito devo dire che è il miglior presidente in assoluto, perché io contestualizzo le cose. Lotito era il presidente della Lazio quando la Lazio era alle soglie del tribunale. Da lì, con le sue intuizioni e con il suo coraggio l’ha portata in una dimensione che potrei dire europea e, con un po’ di presunzione, dico anche con il mio contributo di quegli anni, in cui siamo riusciti ad arrivare ai preliminari di Champions con una squadra costruita con i prestiti e i parametri zero. Su Pallotta devo sorvolare anche se mi ha fatto lavorare alla Roma“
“Allegri lo avevo praticamente portato alla Roma”
“C’è una polemica accesa tra me e lui, che nega il fatto.
Più di una volta gli ho detto minacciandolo: “Guarda che se mi fai inca**are io tiro fuori i contratti, ti sput**no davanti all’Italia calcistica”. Lui rispondeva in livornese che non era vero, invece chiedete a ‘Ricky’ Massara, che è l’onestà fatta persona“.
“Volevo Abraham in prestito alla Samp”
“Abraham ho cercato inopinatamente di portarlo alla Sampdoria quattro anni fa in prestito, ma devo dire che Marina Granovskaia neanche m’ha filato in quella circostanza. Magari neanche sapeva chi fosse la Samp, ma chi ero io lo sapeva perché avevamo discusso di Salah tempo prima. Forse riteneva che non era l’approdo giusto per quel tipo di calciatore. Io stravedo per Abraham e vedo le movenze e le giocate che ha in campo, credo che abbia margini di miglioramento enormi e credo che diventerà un giocatore fondamentale per la Roma, se la Roma troverà una dimensione tecnico-tattica. Allora sarà determinante, perché non ci sono giocatori con le sua qualità sia fisiche che tecniche“.