Lotito furioso. Il Presidente della Lazio non le manda a dire. Una fetta della rosa biancoceleste è stata apertamente presa di mira dal patron nel corso della cena pre natalizia svolta ieri sera in un noto albergo della Capitale.
Parole forti, dure, dirette. L’intesa con mister Sarri è stata suggellata dall’annuncio dell’imminente rinnovo al timone della squadra per un altro biennio. Nel cuore della serata conviviale alcuni calciatori, tra cui Milinkovic, Radu e Felipe Anderson, hanno lasciato la compagnia. L’assenza di queste pedine rilevanti nel mondo biancoceleste hanno evidentemente scoperto il nervo al numero 1 di Formello.
“Sono il presidente di una famiglia che è cresciuta molto in questi anni. Alcuni – ha tuonato Lotito – non hanno colto l’importanza di far parte di una grande famiglia in cui ognuno ricopre un ruolo che deve svolgere al massimo. La Lazio non è un punto di partenza, ma è un punto di arrivo. Il mister non è precario, anzi ho dato mandato affinché venga rinnovato il suo contratto di altri due anni. Noi siamo i primi a rispettare le regole del sistema. È finito il tempo del silenzio assenso, oggi la gente deve dimostrare le capacità attraverso i fatti e gli atteggiamenti. All’interno di questo gruppo c’è gente che stimo molto per come si comporta. A volte, invece, c’è un problema di egoismo, non si guarda al collettivo. Noi siamo una grande famiglia con delle regole che non si possono disattendere. Voglio a tutti i costi portare avanti la crescita del sistema e del club. Non consentirò a nessuno – ha chiuso il Presidente – di distruggere il mio operato“
“Ricostruiamo l’ultimo anno e mezzo. La rosa ha avuto gli stipendi in anticipo. Questi stessi giocatori – secondo Luigi Salomone de Il Tempo – non hanno voluto saperne di rinunciare ad uno stipendio in meno o due pagati a metà o in ritardo nella fase più difficile del Covid. Una parte del gruppo, durante la cena natalizia, prende e va via poco prima dell’intervento di Lotito. Sinceramente io non riesco a capire il motivo di tale comportamento e soprattutto non riesco a dare una giustificazione plausibile tranne la stupidità. Una cosa è certa: Lotito e Sarri si sono trovati e vanno avanti insieme“.
La sfuriata del Presidente commentata dai nostri esperti
Alessandro Vocalelli
Ovviamente Lotito può fare quello che vuole. A mio parere però questo discorso è sbagliato nella forma e nella sostanza. Prima di tutto una cosa del genere si fa all’interno dello spogliatoio e non durante una cena di auguri in diretta televisiva. In un nessun posto di lavoro accade questo. Poi ai giocatori della Lazio quest’anno tutto si può rimproverare tranne che l’impegno profuso. Quindi esporli a un giudizio su correttezza, onore, rispetto e soldi è sbagliato.
Furio Focolari
Anche io ritengo che il Presidente ha il diritto di fare ciò che vuole. La location mi sembra non appropriata perché era la cena degli auguri di Natale. Lotito inoltre ha tutto il diritto di rinnovare Sarri per altri due anni. Lui è il padrone, parliamoci chiaro. Credo di aver capito, da qualche telefonata che ho fatto, lui era particolarmente arrabbiato perché 8-9 giocatori erano andati via prima. Spero che questo atteggiamento porti del buono. Sarri ha un curriculum straordinario con successi in carriera, non penso avesse bisogno del tutore e non credo che sia stato contentissimo. Infine non mi pare che ci sia mai stata, prima di oggi, una critica all’impegno dei calciatori.
Nando Orsi
Dentro lo spogliatoio Sarri e i giocatori si riuniranno parlando del discorso del Presidente. Molte situazioni si risolvono in privato solo tra mister e squadra senza Presidente e direttore sportivo. In questo caso l’allenatore cerca di mediare. Ora io non so se Lotito ha fatto quel discorso dopo aver visto quei giocatori andar via prima, oppure se aveva in testa altre parole da dire. In questo caso quei calciatori sono stati maleducati e non hanno avuto rispetto nei confronti del mister e della proprietà. Tra questi c’erano Radu, Milinkovic e Felipe Anderson. Stiamo parlando di pedine importanti.
Franco Melli
Il discorso di Lotito mi ha fatto un brutto effetto. La Lazio non si rende amabile per costrizione, ma per determinate atmosfere come successo in passato. Noi abbiamo amato molti tipi di Lazio. Non è mai capitato che i predecessori dell’attuale Presidente abbiano intimato o urlato per farsi obbedire per ottenere quel senso di appartenenza che, chi sposa il progetto biancoceleste, acquisisce indipendentemente dagli ordini che può ricevere. La storia della Lazio è talmente bella e tragica che non c’è bisogno di queste intemerate. Parole che tendono ad essere autoreferenziali e nascondono il vero problema. La gestione di Lotito, che sicuramente ha fatto tanto per risanare i conti societari, poi si è fermata perché il patron non ha paura di essere scalzato.
Paolo Cericola
Da quanto ne so io il Presidente voleva intervenire già lunedì. C’è stato un contatto telefonico tra lui e Sarri nei giorni scorsi. Di queste ramanzine ce ne sono state già tante. Io vado oltre. Sono d’accordo con la maleducazione. L’accusa dello scarso impegno, da fonti consultate in mattinata, non è stata assolutamente digerita. Qui c’è una squadra non adatta al mister o, al contrario, l’allenatore non è adatto al gruppo. Non a caso per giugno si parla di 6-7-8 cessioni. Però ora c’è da finire una stagione. La location però non mi è sembrata adeguata per esternare certe sensazioni. Ieri sera il Presidente voleva dire esattamente ciò che ha detto.