“Regole e leggi internazionali avranno consentito di realizzare in diversi paesi isole destinate a una prevalente etnia. In tutto e per tutto zone franche, regolate da norme superiori condivise e comunemente accettate, sancite formalmente da trattati di reciproca rinuncia alla sovranità nazionale. Appositi tribunali internazionali saranno stati costruiti in loco per dirimere eventuali controversie, anche se le forze di polizia per ragioni operative saranno state demandate a quelle del luogo di riferimento.
Tale progetto avrà incentivato, nelle ultime decadi, processi di spostamenti dei lavoratori molto più accentuati che in precedenza. I sistemi automatici di traduzione delle lingue avranno di fatto reso minori le distanze, prima di tutto quelle culturali. Le megalopoli di fatto saranno state piene di zone franche di quel tipo nelle quali, sostanzialmente, saranno stati in vigore trattati internazionali e non nome locali“.
In questo estratto del mio romanzo “Il viaggiatore dei sogni“, io sto raccontando di un mondo onirico – trattandosi di un thriller – nel quale sostanzialmente io vedo le cose peggiori che possono succedere nel futuro. E’ un mondo distopico, un mondo nel quale il pensiero umano sarà costretto all’interno di una realtà virtuale. Nei limiti della fantascienza, potremmo un giorno essere costretti a vivere uno scenario del genere: perdita della sovranità monetaria, costruzione di tribunali che non fanno più riferimento alle leggi statali ma a leggi internazionali, una forte spinta verso l’operatività privata, una nettissima privatizzazione degli Stati.
Ci sono, per esempio, accenni a delle tecnologie che andranno a togliere spazi di lavoro ad alcuni mondi: pensate a quando la possibilità di viaggiare con automobili o automezzi verrà resa automatica, senza necessità di un conducente. I software un domani non troppo remoto potrebbero già fare da loro i bilanci dei commercialisti a cui insegno.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi