Basta cambiare le carte in tavola, parlare di contributi europei e di inflazione a due cifre della “liretta”, salvo richiamare scenari sudamericani qualora qualcuno solo si azzardi a pensare di uscire dalla gabbia dell’euro e dell’Europa anti-democratica.
La pillola di oggi tratta un tema fondamentale: la libertà di un Paese. Direi il significato di un Paese, l’appartenenza di un Paese e il fatto stesso di essere un Paese. Se le nostre leggi non vengono più scritte dai parlamentari e nemmeno dai nostri Governi, ma vengono semplicemente applicate dai nostri Governi sulla base di quello che scrivono degli oscuri funzionari europei, voi capite che non c’è più il criterio di rappresentanza. Non solo. Ma queste persone rispondono a indicazioni globali che parlano genericamente di green, di transizione digitale, affermazioni oscure e sganciate dalla realtà dei territori nei quali vengono applicate.
Noi abbiamo un’Italia fatta di piccole e micro-imprese, aziende che sono fino a 10 dipendenti. E quelle aziende si sentono dire ormai da vent’anni di questo miracolo europeo. Ci si dimentica di dire che nell’Italia della “liretta” aumentavano i salari, che aumentavano in modo reale per stare dietro all’inflazione, che la gente lavorava, che c’erano i posti di lavoro e i servizi. Questa mistificazione è doppia: da una parte si parla di contributi europei quando invece sono contributi che arrivano dalle tasse dei cittadini italiani, dall’altra parte l’inflazione a due cifre della “liretta”, che è un modo di raccontare la storia che serve ovviamente a farla dimenticare.
Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi
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