Rui Patricio 6,5
Lui non commette errori e, per quel che vale oggi, para un rigore a Ibra.
Mancini 4,5
Male male oggi, direbbe il bomber Pruzzo. Via via più nervoso, con una serie di disattenzioni, falloso in modo plateale, poco essenziale con la palla al piede.
Smalling 6 –
Paga qualcosa alla fine, ma è il più lucido e il più attento di una Roma che gli frana attorno.
Ibanez 5 –
Oggi abbiamo rivisto un errore stile “era Fonseca”, per capirci. Purtroppo è costato il raddoppio milanista, il gol che ha reso la partita un precipizio. Ha poi giocato con questo macigno sulle spalle, con un agonismo pregiudicato in partenza.
Karsdorp 4,5
Naufraga sull’onda della sua prima incazzatura. Non recupera più il pieno controllo; ha la corsia di competenza piena di Milan, fino al tracollo dell’espulsione.
Veretout 5 –
Gira a vuoto, perché Tonali e compagni hanno sempre in mano il timone della gara, inizio della ripresa a parte.
Pellegrini 5/6
Meglio all’inizio della ripresa, nella giornata in cui supera Francesco Rocca nella graduatoria delle presenze. Non può essere al meglio; prova a cambiare gioco con un po’ di sventagliate, corre spesso a vuoto anche lui nel tentativo di cucire una manovra appena imbastita.
Mkhitaryan 5
Risucchiato nell’implosione collettiva. Non riesce a infondere qualità al fraseggio.
Vina 5 –
Poca roba in fase propositiva, nell’inizio del secondo tempo. Per il resto schiacciato e non pervenuto.
Zaniolo 5,5
Velleitario, fine a se stesso; non che non ci metta impegno, ma oltre a predicare spesso nel deserto, si incarta in una solitudine di reiterate progressioni murate dalla mediana milanista.
Abraham 6 –
Il gol e qualcos’altro.
Cristante 5,5
Entra in un momento di partita in cui il momento migliore della Roma è già alle spalle, tra nervosismo e prevedibilità. Nel primo tempo si nota la sua mancanza.
Afena Gyan 5
Non viene messo in condizione di incidere.
El Shaarawy 5
Non crea superiorità, non crea proprio.
Shomurodov 5 –
Timidino, a efficacia zero.
Carles Perez SV
Mourinho 4,5
Pioli l’ha stravinta, per come l’ha preparata e per come ha messo i suoi nella condizione di gestirla. Poi ci si sono messi gli episodi, auto prodotti dalla Roma. Ma la squadra è apparsa banale, prevedibile, fiacca e via via più nervosa: per frustrazione, non per eccesso di tempra agonistica.
Paolo Marcacci