La notizia è caduta come un macigno sugli animi di chi da quasi due anni professa il verbo “tachipirina e vigile attesa”: il Tar del Lazio ha sospeso la circolare del ministero della Salute sul protocollo da adottare in merito al trattamento dei pazienti affetti da Sars-Cov-2. Accolto il ricorso presentato dal Comitato Cure Domiciliari Covid-19 contro le linee guida redatte in viale Lungotevere Ripa. A tirare finalmente un sospiro di sollievo non sono solo quei positivi sintomatici al virus che vedranno lo sdoganamento di cure fino a questo momento messe al limite del bando. Sono soprattutto i medici che adesso avranno le spalle coperte da una sentenza senza precedenti in epoca di emergenza sanitaria.
“È onere imprescindibile di ogni sanitario – spiega il Tribunale nelle motivazioni della sentenza – di agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l’esito della terapia prescritta quale conseguenza della professionalità e del titolo specialistico acquisito”. L’atto è stato accolto con soddisfazione anche dall’avvocato Erich Grimaldi che, insieme alla collega Valentina Piraino, ha formulato il provvedimento andato a segno. In diretta ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich, l’avvocato ha approfondito i risvolti del documento ufficiale che può davvero cambiare i giochi. “Sostanzialmente il Tar – afferma Grimaldi – ha voluto dire: tu Ministero hai impedito ai medici di poter curare in scienza e coscienza secondo la loro esperienza. Perché se crei delle linee guida è ovvio che il medico è condizionato, si nasconde dietro le linee guida e dice ‘per quale motivo io mi devo assumere delle responsabilità per una malattia, dove spesso il paziente si aggrava, se a me dicono di fare in questo modo?'”.
Ecco la spiegazione dell’Avv. Erich Grimaldi a Un Giorno Speciale.