Luciano Moggi e il calciomercato: due fratelli inseparabili. Nella storia dello sport più bello del mondo l’ex dirigente della Juventus ha scritto pagine importanti, alcune di queste dibattute e controverse, nel gotha del nostro campionato.
Oggi il direttore sportivo per eccellenza, che vanta esperienze dietro le scrivanie di Napoli, Torino, Roma, Lazio e appunto Juve, è un attento osservatore dall’esterno del suo vecchio mondo. Il mese di gennaio coincide con l’apertura delle cosiddette trattative invernali di riparazione e Moggi, con la solita ironia mista a competenza del mestiere, esprime le sue opinioni sui possibili affari che dominano la scena delle cronache quotidiane.
Speciale Calciomercato non poteva non registrare l’intervento di un personaggio che, amato e allo stesso tempo detestato da una cospicua fetta di tifosi rivali delle compagini gestite in carriera, sul tema ha pochi rivali in termini di informazioni in suo possesso. Dybala e Vlahovic sono sulla bocca di tutti per le incognite legate al loro futuro immediato. Senza dimenticare il suo amico Zlatan Ibrahomovic, con cui il buon Luciano scambia sovente pareri e riflessioni.
Le parole di Luciano Moggi in diretta
La gestione juventina di Dybala? Si è perso troppo tempo con il contratto
“Siamo arrivati purtroppo al momento clou della situazione. Il coltello dalla parta del manico adesso ce l’ha solo il giocatore. La Juventus avrebbe un colpo in negativo se dovesse perderlo. A prescindere dal fatto se possa rimanere o meno, è tutto nelle mani di Dybala perché può dettare legge sul suo futuro. Il problema di fondo è che in questo momento il giocatore può avere contatti con altre società. Le altre squadre sarebbero pronte, se già non lo hanno fatto, a fiondarsi su di lui. La concorrenza adesso è sicuramente in atto. Secondo me la dirigenza bianconera ha perso troppo tempo. Queste cose si fanno un anno o due anni prima, mentre in questo caso le cose sono state rimandate troppe cose“.
Dybala può andare all’Inter? E Vlahovic può atterrare a Torino sponda Juve?
“Che Dybala vada all’Inter ci potrebbe pure stare. Si tende ora a confrontare le caratteristiche e l’età dell’argentino con quelle di Sanchez. Nell’Inter l’apporto del cileno è limitato nel tempo ma comunque importante, quindi inserire Dybala nei desideri nerazzurri non è sbagliato. Vlahovic certamente può essere un obiettivo per l’attacco juventino, perché è uno dei giovani che si è messo e si sta mettendo maggiormente in evidenza al pari con Immobile per la classifica cannonieri. Però la Juventus ha un problema: prima deve vendere. La dirigenza bianconera sta trovando difficoltà soprattutto con i parametri zero come Ramsey, Rabiot ed altri. Questi sono giocatori che dovrebbero andar via perché non adatti al gioco di squadra e ai parametri della società“.
Una nota scherzosa su un presunto episodio passato alla storia
“Io avrei chiuso nello spogliatoio l’arbitro di Milan-Spezia così come ho chiuso Paparesta, il quale però ha detto a tutti quanti che non l’ho chiuso negli spogliatoi e che gli avevo fatto una battuta“.
Sul’amico Ibrahimovic
“Ho parlato con lui qualche giorno fa. In questo momento secondo me sarebbe irraggiungibile. Lo conosco bene ed è uno che vuol sempre vincere e se perde una partita in quella maniera, come successo contro lo Spezia, a lui non va assolutamente bene. Aspira a vincere il campionato con il Milan, ma l’età passa e la carta di identità non tradisce. Quindi ritengo che alla fine della stagione debba ponderare la situazione sul suo futuro immediato. La sua presenza in un contesto come quello attuale rossonero è talmente forte come carisma che, quando gli altri entrano in campo, la sola presenza incoraggia i giovani. Ho parlato anche con qualche ragazzo del Milan e mi dicono che si sentono più sicuri grazie alla presenza di Ibra“.
La scelta della Roma di puntare tutto su Mourinho
“Di solito le società di calcio non guardano le caratteristiche del gruppo squadra che hanno in mano e prendono allenatori di alto nome. Questo è accaduto alla Roma. Il club ha preso Mourinho perché è stato un grande allenatore. Devo dire che, considerando il gioco attuale della Roma e la Roma degli anni passati, lavorava molto meglio Fonseca. Il tecnico precedente aveva una rosa inferiore ma con 7-8 punti in più. I Friedkin hanno fatto una scelta portando nella Capitale un uomo di carisma, che però arrivava da tre esoneri. Dopo tre esoneri non sei più lo stesso“.
La Lazio di Sarri e il tema mercato
“Quando sento dire che Sarri non vede Luis Alberto nel centrocampo della Lazio mi viene da ridere. Perché lì c’è gente forte fisicamente, come Milinkovic, che ha bisogno proprio di un compagno come lo spagnolo brillante sul piano tecnico. La mediana dell’anno passato era una delle migliori del campionato. Evidentemente il gioco di Sarri non si adatta a più di qualche giocatore presente in rosa. I giocatori ancora non hanno afferrato le trame tattiche dell’allenatore. Ciononostante, a mio parere, il club biancoceleste ha uno dei dirigenti più in gamba dopo Marotta come Igli Tare“.