75 anni fa nasceva Giorgio Chinaglia ▷ Il toccante ricordo in diretta da riascoltare

Long John forever. Giorgio Chinaglia avrebbe compiuto oggi 75 anni. Il bomber nativo di Carrara ha incarnato più di ogni altro, e meglio di chiunque altro, lo spirito della Lazio e dei suoi caldi tifosi.

Dal 1969 al 1976 da calciatore, capitano e simbolo siglando 98 reti in 209 presenze. Anni splendidi conditi dalla ciliegina sulla torta dello scudetto del 1974. Uno spogliatoio folle e diviso in due opposte fazioni durante tutta le settimana si ritrovava come per magia, grazie alla sagacia ed alla genuina bontà di mister Maestrelli, la domenica in quel rettangolo verde.

Da attaccante a Presidente, dopo l’esperienza vissuta negli USA con la maglia del NY Cosmos, nell’arco di un periodo complicato e nebuloso per la storia biancoceleste nel cuore degli anni ottanta del secolo scorso. Una vita per la Lazio. Un viaggio a mille all’ora, tra scelte sfortunate e controversie, terminato all’alba del mese di aprile del 2012 quando il suo cuore ha smesso di battere per sempre.

Il ricordo delle nostre Teste di calcio

melli

Franco Melli

Nessun giocatore della Lazio, prima e dopo di lui, è stato così coinvolgente come Chinaglia. Ha consentito a chi ascoltava e a chi lo seguiva quasi di essere in campo insieme a lui e quindi di possedere quel famoso senso di appartenenza che, ogni tanto, si rivendica e si cerca in qualche squadra.

Furio Focolari

A me dispiace molto per quelli che sono venuti dopo e non hanno visto chi era Giorgio Chinaglia e quale tipo di lazialità suscitava in tutti i tifosi. Quando faremo i podcast voglio raccontare di quello che successe fra Chinaglia e Menicucci in un Lazio-Udinese. Parlo dell’episodio dell’ombrellata.

Nando Orsi

Io l’ho conosciuto direttamente da Presidente. Da giocatore sicuramente è stato il pìù grande giocatore con un senso di appartenenza più rilevante nella Lazio e, devo dire la verità, addirittura nella storia di altre squadre. Lui in campo incarnava davvero lo spirito biancoceleste. Come Presidente non poteva trascinare come faceva in campo. Secondo me lui per la Lazio è morto. Per i colori biancocelesti lui si è ammalato e ha perso tutto quello che aveva. Per la sua squadra ha messo a repentaglio la sua carriera economica e la sua salute.

Paolo Cericola

Quando era calciatore, per ovvi motivi di età, ho letto e seguito le sue gesta. Poi ho avuto il piacere di conoscerlo a Roma in un momento abbastanza delicato della sua storia e della Lazio. Però ho stampata negli occhi un’immagine da vero trascinatore. Mi riferisco a quella fotografia dove lui sta seduto dietro la scritta offensiva per i tifosi biancocelesti ‘Laziale bastardo‘ e, con aria di superiorità, legge il giornale con assoluta indifferenza.