La Russia avrà sempre bisogno di allontanare il più possibile il suo nemico dalla prima linea di difesa. Per questo non può ammettere basi militari statunitensi o dell’alleanza atlantica in Ucraina e dovrà continuare a tenere alta la tensione anche su quelle già presenti nelle altre ex repubbliche sovietiche entrate nella Nato. È importante però spiegare che gli americani non possono bluffare troppo perché se costringono la Russia a invadere l’Ucraina e poi non sono disposti a entrare direttamente nel conflitto avrebbero fatto ai russi il più grande regalo che potessero mai fargli. Gli avrebbero permesso di risolvere in un colpo solo diversi problemi, primo tra tutti quello della difesa dei propri confini, ma anche il problema delle regioni filorusse che vogliono l’indipendenza. Verrebbe direttamente risolto anche l’enorme problema della fornitura idrica alla Crimea, che da quando è stata annessa dalla Russia, ha perso le forniture idriche di Kiev.
Nessuno vuole la guerra. Nessuno può continuare troppo a lungo a provocare l’altro. E nessuno può cedere su tutti i punti richiesti. Molto più plausibile, se le cose dovessero prendere una piega sbagliata, sarebbe la scelta della Russia di penetrare nel Donbass – anche se troppo costosa in termini di sanzioni che quella azione scatenerebbe – dove le milizie filo russe stanno combattendo da anni per l’indipendenza dall’Ucraina. In quel modo la Russia potrebbe dare una ennesima prova di forza facendo sua anche quella porzione di territorio ucraino, come avvenuto con la Crimea, qualora le condizioni richiedessero un intervento radicale ma più gestibile e con meno conseguenze dell’invasione totale dell’Ucraina.
L’unica certezza che mi sento di dare è che la Russia manterrà la pressione sull’Ucraina in maniera permanente, fingendo magari un disimpegno in questa fase molto delicata. Da questo momento in poi non mollerà mai più la presa. Non ci sarà mai una rivolta finanziata e foraggiata dai nemici di Putin per fare i propri interessi su quel territorio. Ma da questo momento, non mollerà più la presa. Non ci sarà, per intenderci, un’altra “Euromaidan” in Ucraina in futuro. Ossia un’altra azione finanziata e foraggiata dai nemici di Putin per fare i propri interessi in quel territorio.
E l’Italia? L’Italia continua a essere vittima di quel gioco che i bulli a scuola chiamavano lo scemo in mezzo. L’Italia infatti si trova nella sfera di influenza degli Stati Uniti, ma dipende dalle forniture di gas dalla Russia. Oltretutto i soldi che deve ricevere con il Pnrr sono garantiti dai tedeschi che intanto però flirtano con i russi per le forniture energetiche, attraverso il gasdotto North Stream 2 che non passa, a differenza del precedente, proprio dall’Ucraina per portare il gas russo in Germania.
Questo vuol dire che ognuno sta tutelando i propri interessi. Tranne noi. Che comunque vada continueremo a prendere schiaffi da entrambe le parti e a pagare lo scotto e gli aumenti di scelte altrui, perché incapaci di una politica estera che prenda una posizione netta, in un periodo in cui è chiaro che si è chiamati ad una scelta di campo geopolitico, senza più ambiguità. Il grosso problema è che noi in Ucraina mandiamo Luigi Di Maio.
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