A tamburo battente ha ripreso la propaganda incentrata sul dogma del politicamente e geo-politicamente corretto. La fabbrica della manipolazione e il Ministero orwelliano della verità hanno ripreso a diffamare quotidianamente la Russia di Putin, operazione non particolarmente originale se pensiamo che questa è stata resa oggetto di diffamazione permanente fin dall’inizio dell’avventura di Putin come successore di due personaggi, Gorbaciov prima ed Eltsin dopo, del tutto allineati rispetto alla volontà atlantista e rispetto ai quali Putin ha il merito di aver portato in auge la grandezza della Russia facendone una potenza militarmente autonoma.
Ecco perché la Russia di Putin è tanto invisa ai globocrati del nuovo ordine turbo-capitalistico. È così invisa dacché essa è una potenza sovrana non disposta a diventare semplice appendice della monarchia del dollaro. Ancora una volta i padroni dell’informazione e i monopolisti del verbo unico stanno adoperandosi in ogni guisa per far credere alle masse tecno-narcotizzate che se una guerra in Ucraina vi sarà o in parte già vi è, ciò dipende dalla volontà di comando della Russia, incapace di relazionarsi pacificamente, colpevole di essere una potenza aggressiva e guerrafondaia.
Noi sappiamo che anche in questo caso le cose stanno in maniera opposta rispetto allo storytelling neopadronale della civiltà del dollaro che viene propagata poi in tutte le sue colonie, tra le quali la colonia italica e più in generale l’Unione europea stessa. Le cose stanno in maniera diametralmente opposta. Una volta di più la civiltà del dollaro che cerca la guerra, è una volta di più la monarchia dell’hamburger che prova a destabilizzare la Russia di Putin per favorirne l’annessione nell’ordine di Washington.
Dobbiamo sperare oggi più che mai in una Russia forte, autonoma e indipendente, in grado di resistere al delirio di onnipotenza imperialista made in USA. Occorre sperare in un Russia che ponga in essere un nuovo ordine geopolitico multipolare. Come sapeva Kant, è sempre preferibile un mondo con più stati sovrani, magari in rapporto tensionale fra loro, rispetto all’idea di una monarchia universale che governi in maniera autoritaria il mondo intero. Per questo dobbiamo sperare in una Russia in grado di resistere al delirio di onnipotenza imperialistico della civiltà dell’hamburger.