Flop Napoli: il grande tradimento dei big. Insigne, Politano e Koulibaly dietro la lavagna. E Spalletti? Nessuno è esente da responsabilità in questo tonfo interno dei partenopei al cospetto del Milan di Pioli e Giroud.
Qualche segnale allarmante già si era intravisto, a dire il vero, nella trasferta capitolina. Il successo al fotofinish all‘Olimpico contro la Lazio dell’ex Sarri era scaturito al culmine di un match delicato e a tratti balbettante per la truppa azzurra. Spalletti è stato fin troppo chiaro nel post match di ieri sera al Maradona: “Il livello di calcio che bisogna giocare a Napoli è questo, se non reggi le pressioni diventa quasi impossibile vincere e devi spostarti. Io domani mattina sono qui un’altra volta pronto all’allenamento“.
Dove e come ripartire? Nel prossimo turno c’è alle viste il viaggio a Verona per affrontare l’Hellas di Tudor. Una squadra tignosa che, già la scorsa stagione, fece piangere i campani all’epoca guidati da Gattuso. Ripetere quella debacle sarebbe un suicidio sportivo. De Laurentiis e i tifosi non vogliono nemmeno sentir parlare di questa nefasta eventualità. Il riscatto, per Ospina e compagni, è un dovere. Il sogno scudetto è ancora raggiungibile.
“Ci piace discutere di tutto ma la certezza è una: l’intervento di Tomori su Osimhen era rigore. Detto questo, il Napoli non ha perso ieri per la mancata attribuzione del penalty. Il Napoli ieri – secondo il cronista partenopeo Marco Giordano intervenuto ai nostri microfoni – ha perso perché c’è stato un tradimento. C’è stato il tradimento delle attese di Spalletti, della squadra e della società da parte dei giocatori chiave. Koulibaly e Rrahmani sul gol dovevano salire 6 anni prima. Ha tradito Fabian Ruiz che tanto celebriamo. Ha tradito Zielinski. Ha tradito Politano che vuole andare in Nazionale. Ieri soprattutto, e mi duole dirlo perché lo seguo da quando giocava negli allievi, ha tradito involontariamente Insigne. Ieri sono mancati tutti gli uomini chiave di maggiore esperienza. Stesso discorso per Mertens che, quando entrato, doveva dare di più. Il migliore tra i subentrati è stato Ounas, il meno celebrato“.