In queste ore i più giubilanti pensano che tutto l’apparato del leviatano tecno-sanitario si stia sgretolando e che l’Italia si sta avviando al ritorno della vecchia normalità, quella prima del fatidico 2020.
Da più parti viene segnalato che l’infame tessera verde è prossima alla scadenza e che lo stato d’emergenza stesso è destinato nel volgere di poco tempo a riassorbirsi, cosicché la normalità tanto attesa sta tornando. Credo che questa narrazione sia ampiamente destinata ad essere disattesa e che in realtà l’emergenza permanente coincide con la nuova normalità cosicché che un ritorno ad una normalità pre-pandemica non soltanto non sarà possibile, ma nemmeno è perseguito da coloro i quali occupano i posti di comando della nave Italia.
Prestiamo attenzione per un istante dalle parole pronunciate dall’euroinomane più impenitente, Mario Draghi, l’uomo imposto dall’Italia con una sorta di commissariamento. Queste le sue testuali parola: “Una degli scopi del DL è quello di non smantellare tutta la struttura esistente. Noi siamo consapevoli del fatto che un’altra pandemia potrebbe rivelarsi importante anche tra qualche tempo. Vogliamo costruire una struttura permanente”.
Ragioniamo sulle parole pronunciate da Mario Draghi. Lungi dal tornare alla normalità, la situazione pare essere ormai strutturata in una forma permanente pronta ad accogliere l’evenienza di nuove pandemie che, come Mario Draghi apertamente sottolinea, potranno accadere.
Dato che siamo entrati nel tempo delle pandemia, come disse Ursula von der Leyen, bisogna essere pronti senza smantellare tutta la struttura esistente. Perché non bisognerebbe smantellare la struttura esistente se, come pare evidente, lo stato d’emergenza sembra ormai dileguarsi, se i contagi sembrano ormai in calo, anche se in queste ultime settimane, proprio in concomitanza delle fine dello Stato d’emergenza essi hanno ripreso a salire.
Perché mai bisognerebbe non smantellare l’apparato, teso a risolvere l’emergenza quando l’emergenza stessa pare essere finita? Lo dice apertamente Draghi: potrebbero arrivare nuove pandemie. Cosicché lo stato d’emergenza deve essere di fatto mantenuto sempre vivo. Le misure attivate per l’emergenza sono destinate a sopravvivere all’emergenza stessa, ciò che sarebbe inaccettabile in effetti se non venisse detto che l’emergenza pare essere finita per ora ma che potrebbero sopraggiungerne di nuove cosicché lo stato d’emergenza deve diventare di fatto permanente.
Ecco allora che siamo giunti alla conclusione da noi prevista: ciò che in questi due anni ha preso forma, lungi dall’imprevisto e da una semplice avventura provvisoria, è una nuova condizione stabile di normalità, new normal come da subito venne appellata nel marzo 2020. Le misure d’emergenza sopravvivono allo stato d’emergenza e per farlo occorre che quest’ultimo venga dichiarato potenzialmente sempre dietro l’angolo.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro