“Serve l’Italia migliore, vietato fare calcoli“. Roberto Donadoni è categorico sul tema playoff Mondiali. La Nazionale di Mancini si appresta ad affrontare il doppio (speriamo) impegno decisivo per il pass all’evento organizzato dal Qatar il prossimo inverno. Primo step quello della Macedonia del Nord al Barbera di Palermo giovedì sera.
A parlare è un ex Commissario Tecnico della selezione azzurra. Il mister nativo di Cisano Bergamasco ha guidato il tricolore calcistico dal 2006, nell’immediato post trionfo ai Mondiali di Germania, al 2008 al culmine degli Europei disputati in Austria e Svizzera con l’eliminazione ai quarti di finale del torneo.
Donadoni sagace mister, ma anche apprezzatissimo giocatore. Cresciuto nel sempre florido vivaio dell’Atalanta, scrive le pagine più belle e rilevanti della sua carriera con la maglia del Milan. Per un decennio sfodera classe, dinamismo e rapidità alla corte dei rossoneri. In quel Milan, con Sacchi in panchina, il buon Roberto incrocia lo sguardo con autentici miti a livello internazionale come gli olandesi Van Basten, Gullit e Rijkaard.
Anni indelebili anche con la casacca della Nazionale direttamente sul rettangolo verde. 63 gettoni totalizzati con 5 reti messe a referto. 2 edizioni del Mondiale (1990-1994) e un paio di Europei (1988-1996) vissuti da grande protagonista. Alle dipendenze dei tecnici Vicini e Sacchi Donadoni offre prove da applausi.
Oggi Roberto vuole tornare in pista. Il mister attende speranzoso chiamate di spessore con progetti costruttivi alle spalle. Al timone di Livorno, Napoli, Cagliari, Parma, Bologna e Shenzhen il trainer classe 1963 non ha mai sfigurato.
L’intervento live di Roberto Donadoni
A Palermo con i migliori
“Io affronterei la prima partita con la formazione migliore possibile. Non credo sia opportuno fare calcoli perché sbagliare qualcosa all’esordio vuol dire compromettere tutto. Bisogna andare in campo con le motivazioni elevate al massimo e con gli undici inziali che l’allenatore riterrà opportuno schierare. La posta in palio è veramente alta“.
C’è il rischio di non andare in Qatar? Cosa succede al nostro calcio?
“Io non sarei così drammatico. Il Mondiale chiaramente è un appuntamento importante, ma è pur vero che anche all’Europeo si incontrano squadre forti. E’ vero che ci siamo un po’ allontanati dai piani alti dei Mondiali ultimamente, ma penso che l’Italia abbia tutte le carte in regola per giocarsi il Mondiale alla parti con le Nazionali più quotati. Adesso la cosa fondamentale è raggiungere questa benedetta qualificazione e riuscire ad andare in Qatar. Poi si vedrà“.
Bravo Mancini a trasmettere una mentalità ambiziosa
“Non dobbiamo guardare al passato. Mancini ha la convinzione di poter fare grandi cose al Mondiale, guai se non fosse così. Credo che l’allenatore debba trasmettere questo tipo di mentalità e atteggiamento. Queste son partite dove bisogna andare in campo e dare il 110% riuscendo a tirar fuori quel qualcosa in più rispetto al solito“