Minacce di morte a ‘Non è l’Arena”: il reporter ucraino la spara grossa, la regia fa anche peggio

Nella puntata di Non è l’Arena di domenica abbiamo assistito a una scena che non dovrebbe essere consentita nella Tv di un paese civile, ancor meno in una trasmissione dove la fa da padrone la sacrosanta condanna della guerra e di ogni genere di violenza. Invece al giornalista ucraino Vladislav Maistrouk, presente ormai come ospite fisso a Non è l’Arena e quasi sempre senza contraddittorio, si permette da mesi (e non si capisce per quale motivo) di insultare liberamente gli ospiti, soprattutto se sono donne e se sono russe ma anche opinioniste che provano semplicemente a fornire una versione dei fatti diversa dalla sua.

Questa volta però si è superato davvero ogni limite, a Maistrouk infatti è stata data la possibilità di insultare non solo in russo il giornalista Alexey Bobrovsky, in collegamento con lui con Massimo Giletti, ma gli è stata data la possibilità di proferire vere e proprie minacce di morte. Frasi degne di uno dei membri di quei famosi battaglioni neonazisti ucraini di cui tanto si parla, con la differenza che Maistrouk non si rivolgeva contro militari russi o contro responsabili di stragi, ma si rivolgeva contro il giornalista russo e la categoria che lui definisce i ‘propagandisti’, con cui intende in realtà semplicemente le persone che la pensano diversamente da lui.

Maistrouk si rivolge al collega giornalista con una serie di insulti e poi traduce le frasi più gravi: “Per tutti coloro che sono i mandanti, per tutti i propagandisti e gli esecutori dei crimini contro i civili ucraini, dovete avere paura fino all’ultimo giorno della vostra misera esistenza”. Poi si rivolge direttamente al collega russo: “Ridi finché puoi, perché non riderai più, abbi paura fino alla fine dei tuoi giorni perché noi vi troveremo tutti, come ha fatto Israele dopo il 1972”. Il riferimento è ai terroristi delle Olimpiadi di Monaco ’72, uccisi dai servizi segreti israeliani. Maistrouk continua: “Li troveremo tutti e li puniremo, e capirete finalmente la lezione di Dostoevskij Delitto e Castigo”. Poi guarda nuovamente il collega russo e, riferendosi a lui, esclama: “Ridi finché puoi, propagandista”.

Ora, nessuno della regia – né il presentatore del collegamento – ha provato a interrompere l’ucraino. Nessuno gli ha abbassato l’audio, come si è solito fare nei programmi tv per silenziare gli opinionisti non allineati. Maistrouk è stato libero di minacciare di morte un collega in diretta Tv, in una Tv italiana. Ad oggi non sappiamo ancora quali misure abbia deciso di intraprendere il conduttore nei confronti di questo personaggio. Ci aspettiamo ovviamente una ferma condanna dell’accaduto e l’allontanamento di Maistrouk dal programma. Altro discorso se poi invece vogliamo tollerare anche questo, dopo che per mesi abbiamo tollerato il fatto che Maistrouk offendesse e aggredisse verbalmente le ospiti in studio, dopo che gli abbiamo permesso di raccontare versioni falsate e smentite dai fatti su molte delle situazioni che riguardano la guerra.

Vogliamo ora permettergli di usare la Tv italiana anche per fare delle vere e proprie intimidazioni contro chi non la pensa come lui?
Auspico realmente che Giletti prenda provvedimenti che mi auguro abbia già preso il collega russo con una formale denuncia. Spero che il presentatore non si renda complice di atteggiamenti del genere. Proprio lui che ha provato a far passare per neonazisti prima i no-vax senza alcuna reale correlazione, poi quelli che si pongono domande sulle reali responsabilità della guerra e pretestuosamente definiti pro-Putin.

Vuoi vedere che alla fine gli atteggiamenti neonazisti veri erano proprio quelli dei suoi ospiti prediletti? Sarebbe davvero il colmo.

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