Pubblichiamo di seguito la lettera a noi inoltrata di una docente non vaccinata sospesa e riabilitata il 1° aprile nello stesso istituto, nel quale ora svolge attività da bibliotecaria.
Signor Presidente e compagnia,
sono una docente di scuola secondaria superiore “temporaneamente inidonea”, secondo il nuovo conio. Stamattina, mentre ero rinchiusa nella biblioteca della mia scuola, dove sono stata relegata perché considerata potenziale untrice (pur avendo un tampone negativo ogni 48h), è passato un mio studente, uno di quelli che ha continuato a scrivermi parole d’affetto e di stima durante il periodo di sospensione; uno di quelli che pensava e sperava di riavermi in classe al termine dello stato di “emergenza”.
Gli ho detto che non poteva avvicinarsi a me e lui, noncurante di tutto, mi ha stretta in un abbraccio. “Chi se ne importa, professoressa, io le voglio bene. Le vogliamo bene e la rivogliamo in classe!“
Ho pianto molto.
Ecco, signori politici. Questo non me lo toglierete mai.
Sono “inidonea”… Dio, quanti insegnanti inidonei ho conosciuto che devastano psicologicamente i ragazzi, arrecando loro danni irreversibili.
Ho insegnato per trent’anni, ho iniziato a venti, ero maestra elementare. Quei bambini sono adulti ormai e molti ancora mi scrivono e mi scaldano il cuore con il loro affettuoso ricordo.
Ho fatto parte delle loro storie di vita, ho lasciato un segno positivo, signori grandi del Governo.
Adesso, in base a disposizioni che di scientifico non hanno nulla, io sono “inidonea” e pericolosa per i miei alunni, anche se con negatività certificata ogni due giorni, anche se non mi sono mai ammalata, anche se durante i tre mesi di sospensione nella mia scuola si sono registrati tanti casi di positività sia tra docenti che studenti, con classi in quarantena.
Qual è la logica in tutto questo? Purtroppo c’è, ed è una logica perversa, punitiva, distorta.
Non c’è alcuna motivazione sanitaria in tutto ciò, ma solo l’obiettivo di punire me e quelli che, come me, hanno esercitato il diritto di scegliere di essere padroni del proprio corpo e della propria mente.
Mi chiedo, talvolta, come possiate vivere e respirare sapendo che tante persone sono da voi vessate, ricattate, devastate e poi mi rispondo che probabilmente non avete conservato fibra umana, altrimenti non potreste permettervelo.
Non ci avete punito abbastanza? Non siete paghi di tutto il potere acquisito? Non siete almeno un po’ consapevoli del male che state facendo ai bambini, ai ragazzi, a tutti noi?
Non so se ci sarà un Essere Supremo a rendervi merito, non credo in Dio, dunque non posso saperlo. La vita è fondamentalmente giusta e, per le leggi biologiche e per l’armonia dell’universo, rimetterà tutte le cose a posto. Forse un giorno sarete assillati dai vostri fantasmi che vi pungoleranno e non vi lasceranno vivere. Forse un giorno, guardandovi allo specchio, proverete pena e vergogna per quell’immagine che esso vi rimanderà.
Noi non lo sapremo mai, ma anche voi raccoglierete ciò che avete seminato.
Sono stata relegata in biblioteca, tra i libri, i miei amici di sempre, che amo e che mi hanno sempre arricchito e aperto mondi meravigliosi, puliti, autentici.
Qualche anno fa in un mio libro per ragazzi la grande protagonista era proprio lei, la biblioteca, tempio del sapere, il fulcro di una rivoluzione contro l’avanzare della fredda e disumana tecnologia, dell’appiattamento emotivo e culturale al quale da tempo ci state condannando. “L’antico odore delle pagine” era la salvezza, per quella comunità, e sarà la salvezza per me in questa assurda e folle situazione.
Troverò anche qui un nuovo equilibrio e trasformerò questo momento di dolore in qualcosa di creativo, perché amo la vita che voi volete portar via. In molti momenti ci siete quasi riusciti, ma essa è più forte di voi.
Il mio desiderio di vivere, di sorridere ancora, di respirare aria limpida è più forte di tutto il Male che vi si oppone.
La vostra avida e spietata sete di potere non fa che rimarcare ancora di più il bisogno di giustizia e libertà in ciascuno di noi.
Tutto ciò fornirà una lezione di vita preziosa a chi saprà coglierla, come al mio studente che stamattina, nonostante tutta la follia, mi ha stretta in un abbraccio.
Prof.ssa Filomena Senatore