Lo dico ormai da tempo e forse le mie sono parole al vento, verba ventis, come amavano dire i latini . Si autoproclamano orwellianamente e anche goffamente ‘professionisti dell’informazione’ eppure andrebbero più propriamente appellati ‘professionisti della propaganda’. Vuoi anche della manipolazione organizzata millimetricamente. Il clero regolare giornalistico? Il clero secolare intellettuale? E non ultimo il circo mediatico in generale, non fanno altro che produrre quadri ideologici. Più precisamente quadri ideologici di giustificazione degli asimmetrici rapporti di forza, vale a dire ciò che da tempo appello il nuovo ordine mentale di completamento del nuovo ordine mondiale turbo-capitalistico.
Questo è il fondamento di quel pensiero unico, politicamente corretto ed eticamente corrotto, che altro non è se non l’espressione ideologica del mondo realmente dato con le sue asimmetrie e il suo grado ogni giorno crescente di violenza. Il livello massimo della propaganda si è raggiunto a mio giudizio proprio questi mesi, con l’aperto elogio di questi tempi (fatto non da tutti per fortuna) del battaglione Azov. Deve essere chiaro che si tratta di un gruppo in Ucraina dichiaratamente nazista, un gruppo che ostenta, senza pudore, gli squallidi simboli del nazismo senza far mistero della propria ideologia regressiva. Dichiaratamente ispirata all’orrore del nazionalsocialismo teutonico. Il gruppo Azov dovrebbe essere incondizionatamente condannato, oggetto di vituperio, presa di distanza, demonizzazione e invece nel tempo della menzogna universale viene apertamente celebrato dai media allineatissimi con l’ordine padronale di Washington perché il battaglione Azov oggi risulta funzionale all’atlantismo e all’imperialismo della Nato in funzione antirussa.
Addirittura i professionisti della propaganda si sono spinti a celebrare i nazisti del battaglione Azov come attenti lettori di Kant, lo hanno presentato su alcuni giornali. Se c’è un autore totalmente estraneo alla logica nazista è Kant naturalmente, ma già Hannah Arendt ricordava che anche Eichmann in tribunale osò definirsi un kantiano. Ebbene, buona tradizione se si continua su questa falsa riga per cui i neonazisti del battaglione Azov si dicono lettori di Kant, ovviamente posto che mai lo abbiamo letto, non ne hanno capito un solo rigo se si considera che è il teorico dell’imperativo categorico. Quello che prescrive di trattare l’altro sempre come un fine e mai come un mezzo.
Chi ancora avesse dubbi sull’opera organizzata della buona parte del clero giornalistico, non tutto per fortuna ripeto, dovrebbe seriamente interrogare sé stesso e la propria capacità di analisi critica. È chiaro e deve esserlo. Oggi, l’ordine mondiale atlantista, legittima financo il nazismo del battaglione Azov pur di mettere all’angolo chi non si pieghi alla potenza imperialistica di Washington, segnatamente la Russia e la Cina.
Stiamo assistendo a una riabilitazione del nazismo, di quel nazismo che già nel 2014, Euromaidan, colpo di stato funzionale agli Stati Uniti e alla traslazione dell’Ucraina tutta sotto il dominio di Washington. Un colpo di Stato che venne gestito e orchestrato da forze di estrema destra neonazista, tra cui lo stesso battaglione Azov.
E che dire allora di un’epoca in cui ci si dice progressisti, aperti al futuro e al tempo stesso si legittima il nazismo nelle sue forme aperte, dichiarate e ostentate come accade nel battaglione Azov? Credo ci sia molto da riflettere sul grado di ideologia e di propaganda che si è inconfessabilmente raggiunto.
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