15 anni fa, Genoa e Napoli riabbracciavano insieme la Serie A in un pomeriggio di festa allo Stadio di Marassi, reso ancora più entusiasmante dallo storico gemellaggio che legava le due squadre.
Questo pomeriggio, invece, il Genoa perde di fatto la massima serie (solo la matematica tiene ancora in corsa i grifoni), proprio al cospetto del Napoli (sul terreno di Fuorigrotta) vincitore per 3-0 del match.
Non si rinnova quindi la “faccenda” che esattamente 40 anni fa (tra mille polemiche e sospetti) aveva consentito al Genoa di Gigi Simoni di cogliere la salvezza ai danni del Milan (grazie allo storico gol di Faccenda) che aveva dato origine al gemellaggio tra i grifoni e i partenopei. Dispiace moltissimo per una piazza gloriosa come quella genoana che paga alcune scellerate scelte societarie, rimediate troppo tardivamente con l’ottima intuizione di portare sulla panchina Alexander Blessin, allenatore sconosciuto ai più destinato invece a una carriera di sicuro successo.
Non può però assolutamente passare in secondo piano l’ultima volta in maglia azzurra allo Stadio Maradona per Lorenzo Insigne, da oggi, tra l’altro, secondo miglior marcatore in solitaria della storia partenopea dietro a Dries Mertens. Già: Insigne e Mertens. Un duo di scugnizzi (uno di nascita, l’altro di adozione) che resterà nella memoria dei tifosi azzurri per generazioni, nonostante sia mancato il tanto agognato scudetto che certamente avrebbero meritato di conquistare (e che proprio quest’anno è stato forse alla portata come mai).
La giornata di celebrazioni è stata comunque ugualmente particolarmente emozionante. Per lui, per i tifosi e per qualsiasi amante del bel calcio. Good luck.
Vittorio de Gaetano
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