Mario Adinolfi ▷ “Preferirei che nelle scuole si studiasse la storia, invece continuano a seguire i diktat del Ddl Zan”

Oggi, 17 maggio, ricorre la giornata contro l’omotransfobia. In questo stesso giorno, nel 1990, l’Organizzazione mondiale della Sanità eliminava l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. La Giornata è stata istituita nel 2004 per condannare le discriminazioni, in particolare quelle che subiscono le persone sulla base del loro orientamento sessuale.

Il 17 maggio ricorre anche un altro anniversario, che ricorda un periodo storico tragico del nostro paese e che conosciamo con il nome di “anni di piombo”. Era il 17 maggio del 1972 e il commissario Luigi Calabresi, 34 anni, veniva freddato da tre colpi di pistola sotto casa sua a Milano. Tre anni prima c’era stata la strage di piazza Fontana. L’Italia stava per entrare nel suo periodo peggiore, ma ancora non lo sapeva.

L’associazione dei due eventi è importante secondo Mario Adinolfi, noto opinionista, che in aperta polemica col mondo omosessuale vede nella giornata odierna i diktat di un Ddl che veniva affossato in senato ormai diversi mesi orsono.
Sentite le sue parole a ‘Lavori in Corso’.

“Esattamente 50 anni fa avvenne l’omicidio del commissario Luigi calabresi. Un ragazzo cattolico di 34 anni, che lasciò di 3 bambini e una giovanissima vedova. È l’inizio di una storia tragica del nostro paese che si chiama terrorismo e che ha attraversato l’Italia per decenni con 442 morti tra i servitori dello stato e si è concluso con il Presidente della Repubblica appena eletto che nel 2006 ha deciso di scarcerare il terrorista vile, che aveva sparato alle spalle del ragazzo uccidendolo, condannato come esecutore materiale del gesto: Ovidio Bompressi”.

Il Ministero dell’Istruzione e la Giornata contro l’omotransfobia

“Il problema è che quelli che hanno mandato la circolare nelle scuole, che stanno dentro a quel Ministero e lo comandano, sono vicini e parenti di quelli che hanno definito Calabresi un macellaio con un agghiacciante appello pubblicato su “L’Espresso”, insieme a tutta l’intellighenzia dell’epoca. A seguito di quell’appello Lotta Continua ha eseguito l’assassinio che aprì quella stagione.

Questo stesso Ministero, oggi ci manda una lettera per dire che nelle scuole il 17 maggio, anziché ricordare il sacrificio di tutti i servitori dello Stato, bisogna seguire ciò che la moda impone e quindi parlare della Giornata contro l’omotransfobia nelle classi di prima elementare. Voglio vedere come si farà a spiegare una cosa simile, anzi, preferirei non vederlo. Preferirei che nelle scuole si studiasse la storia del nostro paese, si studiassero le sue ferite, non che si facesse propaganda”.

Ddl Zan

“Questa giornata doveva essere celebrata nelle scuole secondo il diktat del progetto di legge ddl Zan che è stato bocciato dal parlamento repubblicano. Ti pare a te che una norma inserita in una legge bocciata dal popolo italiano, perché il Senato della Repubblica dovrebbe rappresentare democraticamente il popolo italiano, debba rientrare dalla finestra dell’ideologia di viale Trastevere?

Sono gli stessi che facevano gli appelli contro calabresi, sennò non si capisce come si possa dimenticare. La prima volta che viene deliberatamente assassinato per matrice politica un servitore dello stato e da allora partì una stagione tremenda! che solo chi ha vissuto ricorda.

La storia si studia nelle scuole…non le pu**anate. Il passato è vivo nel mio cuore e vorrei fosse vivo nella memoria e nel ricordo storico di quelli che si siedono in un ministero.

Alcuni licei sono stati attraversati da storie molto tristi e violente e sarebbe stato bello che nelle scuole di Roma e di tutta Italia fosse stata, il 17 maggio, una grande giornata di unità nazionale. Invece ancora una volta sarà una giornata di inutili polemiche.

Oggi mando mia figlia a scuola perché voglio che ragioni con la sua testa. Abbiamo già ragionato sulle questioni della sulla guerra e anche sulla follia dell’andare con la mascherina a scuola.

Ragionate con la vostra testa ragazzi è la maniera migliore per andare. La scuola deve servire a questo oltre a ricordare la nostra storia”.