Forse conoscete già da tempo la mia posizione sulle sinistre fucsia, la chiamo già da tempo anzi ‘sinistrash’, proprio per distinguerla dalla nobile sinistra rossa che lottava per il lavoro e per l’emancipazione e per sottolineare come la sinistra sia stata vittima di una metamorfosi kafkiana che l’ha, in ultimo, portato a diventare stampella del capitale, semplice propaggine dell’ordine capitale dominante, risibile guardia fucsia del padronato cosmopolitico. Che le sinistre fucsia siano non meno delle destre bluette parte integrante del progetto capitalistico, si evince anche da questo aspetto che mi pare davvero degno della massima attenzione.
Le sinistre fucsia neoliberali e post moderne, la sinistrash, si occupano di ogni questione che non sia dei salari, del lavoro e dei diritti sociali. Le sinistre fucsia neoliberali e post moderne, creano l’illusione che la vera battaglia oggi sia quella per i cosiddetti diritti civili, nome nobilissimo che oggi allude soltanto ai capricci di consumo arcobaleno. In tal guisa la sinistrash dirotta l’attenzione degli oppressi rispetto alla questione economica e sociale, insomma le sinistre fucsia aiutano il padronato cosmopolitico perché quest’ultimo distrugge il lavoro, l’economia e le società e le sinistre fucsia, anziché lottare per difendere il diritto al lavoro, la società e i salari, spostano l’attenzione delle masse tecno-narcotizzate e teledipendenti verso la questione dei diritti a tinta arcobaleno. Cioè appunto dirottano lo sguardo dei dominati, svolgono la parte di guardie al servigio delle classi dominanti.
La plutocrazia, con il pieno appoggio della sinistrash arcobalenica, lascia che la massa dannata degli sconfitti della globalizzazione, possa gestire è vero i diritti cosmetici dalla tinta arcobaleno. Mentre i gruppi dominanti, sovranamente gestiscono però, questo è il punto decisivo, la questione del lavoro e dell’economia. Questo non sarebbe possibile se in luogo della risibile sinistra fucsia, amica dei padroni e nemica dei lavoratori, nonché interscambiabile ormai con la destra bluette, egualmente amica dei padroni e ugualmente nemica dei lavoratori, si desse una vera sinistra del lavoro e dei diritti sociali. Tutto questo, in altri termini, non sarebbe possibile se si desse una sinistra rossa, non arcobalenica, falce e martello, non arcobaleni e capricci di consumo. Una sinistra ispirata a Karl Marx e non al nulla della civiltà post moderna.
Per questo, data la irriformabilità strutturale delle sinistre, ormai costituenti l’ala sinistra dell’aquila neoliberale, di cui la destra bluette è l’ala destra, occorre a mio giudizio avventurarsi al di là di destra e sinistra. Bisogna, perciò stesso, forgiare nuove categorie del politico. Categorie che siano in grado di fare presa sulla realtà della globalizzazione post moderna e neoliberale. Categorie cioè che siano in grado di riorganizzare il conflitto dal basso, dalla parte delle classi che vivono del proprio lavoro, dalla parte del servo contro il signore, avrebbe detto il vecchio Hegel. Per questo occorre essere consapevoli che le sinistre (fucsia e arcobaleno, la sinistrash) siano ormai irriformabili. Esse sono esattamente contro cui Marx e Gramsci combatterono per tutta la vita e insegnarono a combattere.
Le sinistre non sono perciò la soluzione oggi ma, al pari delle destre, sono il problema. Occorre ripartire da Marx e Gramsci, ben sapendo che ciò, nell’epoca contemporanea, significherà andare contro i padroni e le loro guardie fucsia, cioè la sinistra neoliberale e postmoderna, amica del padronato cosmopolitico e dell’imperialismo statunitense. Nemica giurata delle classi lavoratrici e dei popoli oppressi.
RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano, con Diego Fusaro