Prima di ricordare quello che è accaduto in partita, preferisco ricordare quello che è accaduto prima. Perché quando circolano ancora per gli stadi italiani ceffi che insultano, con strilli e striscioni, un proprio calciatore, che sporcano anche il minuto di silenzio, quale altra sporcizia può offrire questa ciurma? Quali provvedimenti andrebbero presi e che non saranno adottati perchè ci sono sacche sempre protette dai giudici e che continuano a imporre le loro leggi, Milano, Torino, Napoli, Roma.
Quando non è coinvolto il razzismo, il resto finisce nella pattumiera dell’assuefazione. Ho volute fare questa premessa perchè sono pronto a scommettere che pochi segnaleranno l’accaduto e molti si occuperanno di rigori e Var, fa più titolo e comment. La partita? L’avrebbe potuta vincere l’Atalanta che è più squadra dell’Inter, un undici come si scriveva un tempo ma nel senso di uno più uno più uno fino al totale.
Spalletti non ha alibi, c’erano Icardi che ha toccata due palloni in tutto, c’era Pericic che non l’ha vista mai, c’era Nainggolan monumento alla memoria di se stesso, c’era Brozovic che si è infortunato al muscolo, c’erano gli interisti ma non c’era l’Inter che deve ringraziare l’assenza di Zapata perchè, altrimenti, l’Atalanta avrebbe portato a Bergamo i tre punti, meritati per la qualità e l’intelligenza del suo gioco, esaltato da Ilicic, sfinito e costretto a uscire, la consueta buona lena di Gomez e un centrocampo che sa coprire benissimo il campo.
Un pareggio che non soddisfa gli atalantini ma dinanzi al quale Spalletti prenda e porti a casa, in silenzio, please.
Tony Damascelli