“Insulti a Draghi e lodi a Putin – Ecco la rete degli account filorussi con la ‘Z’ in Italia”. Così è titolato l’articolo di Jacopo Iacoboni pubblicato sulle colonne della Stampa. Nelle righe, tra gli altri elencati ‘filoputiani’, troviamo anche il nome di Radio Radio: “Tra gli hashtag, Giovanni Frajese, noto esponente No Vax, è il nome il più ricorrente, il che oggettivamente interseca galassia no vax e putinismo. Sappiamo anche che le chiavi #putin, #russia, #ucraina e #azovstal si incrociano con #green pass, #italexit e con una fortissima campagna contro Mario Draghi. Non è un’opinione ma un fatto: i network si sovrappongono. Tra i più retweetati spiccano un paio di giornali di destra, subito seguiti da altri noti nella sfera populista e no green pass come Imola Oggi, ByoBlu, Radio Radio e L’antidiplomatico, il giornale di geopolitica vicino un tempo alla galassia M5S. Ci sono alcuni giornalisti bersaglio di migliaia di tweet di odio o di falsi, tra cui spiccano alcuni dei quotidiani La Stampa e La Repubblica”. Così scrive Iacoboni.
Marco Rizzo e il governo Draghi
Il Segretario del Partito Comunista Marco Rizzo critica apertamente il Governo Draghi in diretta, ponendosi a fianco di emittenti e giornali, come Radio Radio, che propongono una narrazione differente e che, non per forza, deve essere definita filo-putiniana: “Dal 27 febbraio del 2021 abbiamo fondato un comitato che si chiama ‘No Governo Draghi’. Era passata una settimana, perché mi ero permesso di dire che un banchiere non poteva fare gli interessi dell’Italia e avevamo fatto la manifestazione in 20 città italiane”. Una critica sì, perché in un Paese che, come il nostro, si definisce democratico, la critica dovrebbe essere ben accetta se posta in maniera legittima e coscienziosa. Invece no, perché oggi si diffonde quella che è la formula della “criminalizzazione del dissenso”. Ma cosa vuol dire? “Ho l’impressione che l’idea di questa criminalizzazione del dissenso, come prova generale ci sia già stata anche durante la pandemia, come sappiamo è stata usata come enorme esperimento di controllo sociale sulle persone, sulle modalità di rispondere anche delle grandi masse”.
Governo e mass media, secondo Rizzo, fanno parte perciò di un unicuum che mira a indirizzare opinione pubblica e establishment governativo. “Dall’allarme Covid” spiega Rizzo “che riempiva le trasmissioni e i talk show, sono passati alla guerra. La malattia esiste, ci mancherebbe, ma questa idea del controllo sociale nel momento in cui, finita la guerra, ci saranno l’enormi ripercussioni economiche e sociali. E ci saranno conseguentemente le proteste e le persone in carne ed ossa che chiederanno il conto, secondo me ‘tornerà’ il Covid: si potrà controllare meglio l’elemento della protesta sociale. Non c’è un luogo dove i Ministri di questo Governo vadano e non ci siano proteste potenti. La gente fischia, protesta”. Cambia anche rapidamente il modo di diffondere notizie, sia da parte dei giornali che dei talk show e programmi televisivi, da quando è scoppiata la guerra si è passati infatti da una narrazione esclusivamente basata sul Coronavirus a lasciare le prime pagine al conflitto tra Russia e Ucraina: “Se voi notate il 24 febbraio 2022, quando è iniziata la guerra, c’è stato il Covid. Dall’allarme del virus che riempiva le trasmissioni e i talk show, sono passati alla guerra. La Stampa e il Gruppo Gedi quindi Repubblica ed Espresso, ex Fiat, quelli che producono il ‘carro lince’ che fino a novembre andava ai russi e adesso va agli ucraini. Quelli devono vendere armi. Questa è una guerra per l’economia, l’energia. L’Europa adesso dovrà prendere il gas da paesi molto più instabili della Russia e dagli americani, che ce lo faranno pagare il dubbio e inquinerà. La Stampa sbaglia, non è tanto europeista, è molto atlantico, prende gli ordini dagli Stati Uniti”.
Il sistema dei partiti in Italia
Marco Rizzo è perciò contro le modalità governative e denuncia ormai la fluidità che esiste tra partiti, una volta definiti nella loro linea ideologica con più consapevolezza. Oggi? “Il Ministro Speranza? Ma neanche un caffè con questa gente. E poi ma quale sinistra, finiscono tutti assieme. Quella si definisce così perché cercano di avere un posto in Parlamento, altro che sinistra. Abbiamo fondato un gruppo al Senato e quel gruppo stesso ha lavorato perché Draghi non diventasse Presidente della Repubblica ed è un risultato. Draghi andrà a fare il Segretario Generale della Nato. Quando Draghi va da Biden, non va a parlare dell’Italia, della pace e del gas. Va a parlare anche del suo destino personale. La manifestazione che faremo il 18 giugno sarà contro la guerra, per un’Italia indipendente e fuori dalla Nato. Che possa commerciare con tutti. Dobbiamo cominciare a pensare a questo. Per farlo, come partito abbiamo tutte forze politiche, quelle forze che hanno organizzato in questi due anni della pandemia le proteste, come in questo momento. Dico a tutti di guardare le televisioni e i grandi giornali, dico però anche di applicare una legittima difesa. (aumento tasse e criticare Biden è diventata propaganda antiamericana – “Sono amante dell’America ma se devo pensare ai dati dell’anno scorso, dove sono stati uccisi in Sparatorie 1500 minori di 14 anni. Questo sarebbe il paese faro della libertà e democrazia?)”.