“Gli USA vogliono uccidere Putin”, il messaggio insito nelle parole di Markov”

Oggi proviamo a ragionare insieme sulle parole rilasciate dal consigliere di Vladimir Putin Sergei Markov il quale ha detto testualmente che Biden desidererebbe uccidere Vladimir Putin. Si tratta di semplice propaganda russa, come da subito tutti o quasi, hanno sostenuto in Occidente o vi è un fondo di verità nelle parole di Markov?

Chiarisco subito che io non ho le prove né per negare che si tratti di semplice propaganda russa né per smentire che possa esservi un fondo di verità nelle parole di Sergei Markov. Ad ogni modo proviamo a ragionare serenamente con la forza della ragione e senza dogmatismi.
Lo facciamo segnalando credo in maniere inconfutabile, che gli Stati Uniti dell’arcobalenico vegliardo Joe Biden sono pronti già da tempo a tutto pur di vedere Putin neutralizzato. Di più pur di produrre un cambio di regime in Russia, di modo che Putin – colpevole di non piegarsi a Washington – sia sostituito, in un modo o in un altro, con un proconsole atlantista come fu al tempo Yeltsin e come potrebbe in futuro essere Navalny, il fantoccio che Washington muove per orchestrare il dissenso sulle piazze della Russia.

Quel che è certo è che gli Stati Uniti detestano Vladimir Putin. Non avrete dimenticato le parole inqualificabili di Joe Biden che ebbe a definire, in maniera nient’affatto diplomatica, Putin un macellaio oltre che come un dittatore. Curioso davvero se si considera il pulpito da cui queste parole provengono. Dalla nazione che più di ogni altra ha sparso sangue di popoli conquistati imperialisticamente. Dalla nazione che si fonda essa stessa sulla violenza ingiustificabile del massacro dei pellerossa e del trattamento razzista riservato ai neri d’America in origine.
Insomma, da che pulpito di Stati Uniti danno del dittatore e del macellaio a Vladimir Putin.

Ma non è questo il punto. Il punto sta nel fatto che mi spingo a dire, senza tema di smentita, gli Stati Uniti desiderano che Putin in un modo o in un altro se ne vada. In questa chiave ermeneutica possiamo leggere le continue dichiarazioni relative a presunte malattie di Putin (morbo di Parkinson, tumore, leucemia, problemi cardiaci). Gli Stati Uniti desiderano che Putin se ne vada in un modo o nell’altro e magari anche nel peggiore dei modi possibili.

Non dimentichiamo inoltre, ed è un aspetto che mi pare dirimente, che gli Stati Uniti quando è stato necessario, per loro si intende, hanno direttamente ammazzato i loro oppositori.
Tutti ricordiamo la vicenda di Allende nel ’73 in Chile ucciso dal vile dittatore Pinochet, manovrato da Washington. Tutti ricordiamo ancora la triste fine di Saddam Hussein, nel 2006, ucciso senza pietà dagli atlantisti che avevo esposto prove – in realtà inesistenti – di armi di distruzione di massa in Iraq. Ricorderete senz’altro la provetta agitata da Colin Powell. E ancora ricordiamo tra i tanti il caso di Gheddafi, ucciso barbaramente da Washington e dalle sue colonie europee nel 2011.

Quindi davvero non ci stupiremmo se gli Stati Uniti volessero realmente uccidere anche Vladimir Putin, con una differenza naturalmente: la Russia di Putin non è la Libia di Gheddafi, non è il chile di Allende, e non è neppure l’Iraq di Hussein. La Russia di Putin è infatti una potenza sovrana sotto ogni profilo e quindi in grado almeno per ora di resistere all’avanzata dell’imperialismo neo barbarico di Washington. In ogni caso non stupirebbe davvero che gli stati Uniti provassero e volessero realmente uccidere Vladimir Putin.

RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano, con Diego Fusaro