Sanzioni alla Russia: il boomerang alla testa stessa dell’Europa mentre l’imperialismo USA dilaga

L’Unione Europea ha proprio in questi giorni varato il sesto pacchetto di sanzioni indirizzate contro la Russia di Putin, insomma l’Unione Europea non desiste anzi rincara la dose (Come usa dire). E continua a varare sanzioni su sanzioni indirizzate contro la Russia di Putin. Ciò ci segnala che, come altra volta dicemmo che (de facto) l’Unione Europea anziché assumere il nobile ruolo di paciere e difensore del dialogo e negoziati ha da subito preso parte a questo conflitto entrando in guerra contro la Russia e al fianco di Washington e della sua dependance possibile: l’Ucraina.

Trascuro in questa sede i dettagli relativi alla situazione dell’Italia che, così facendo, con l’invio di armi all’Ucraina e con le sanzioni varate contro la Russia sta ancora una volta tradendo lo spirito e la lettera della propria Costituzione, quella che dice testualmente che l’Italia ripudia la guerra anche come strumento per dirimere le controversie internazionali. Soffermiamoci invece sulle sanzioni propriamente dette. Le sanzioni stanno ottenendo il loro risultato? Difficile dirlo se l’Europa deve ricorrere a un sesto pacchetto, bisogna domandarsi seriamente quali effetti abbiamo seriamente sortito i cinque pacchetti precedenti e, a onor del vero, non sembra che abbiamo sortito grandi effetti. Se è vero, come è vero, che gli effetti delle sanzioni dovrebbero essere quelli legati all’indebolimento della parte sanzionata. E allora domandiamoci: la Russia di Putin ha subito un contraccolpo da tali sanzioni? Ne è uscita indebolita o stremata la Russia di Putin? Sembrerebbe di no, al contrario sembra che sia rinvigorita, indifferente per certi versi alle sanzioni varate dall’Unione Europea. Mai il rublo sembra essere stato così forte, mai la Russia sembra essere stata così baldanzosa e pronta a continuare nella sua opposizione all’imperialismo made in USA.

E allora perché l’Unione Europea si ostina a fare sanzioni? Abbiamo detto (e credo sia difficilmente confutabile) che le sanzioni non hanno sortito l’effetto per cui le stesse dovrebbero essere poste in essere: colpire il paese sanzionato. La Russia non è stata colpito, perché l’Unione Europea continua allora a fare le sanzioni? Oltretutto, anche questo aspetto non deve essere trascurato, le sanzioni stanno avendo ripercussioni gravissime sui paesi sanzionanti cioè sull’Unione Europea stessa, Italia compresa. Come un boomerang che dovrebbe colpire chi ci sta di fronte e che invece torna indietro e colpisce noi che lo abbiamo lanciato. Così le sanzioni stanno di fatto ottenendo un risultato di questo tipo: sono il primo caso di sanzioni nella storia umana, dai Sumeri ad oggi, che colpiscono e danneggiano non già il sanzionato, bensì il sanzionante. L’economia italiana, ad esempio, risulta per molti versi in ginocchio per via delle sanzioni. Stante il fatto che gli imprenditori italiani e il mondo del lavoro italiano sono legati, se non a filo doppio, comunque assai robustamente alla Russia con l’ovvia conseguenza che le sanzioni contro la Russia finiscono per colpire invariabilmente anche il mondo del lavoro italiano, le aziende e le imprese del nostro paese. Perché allora varare un sesto pacchetto di sanzioni? Stante il fatto che l’economia italiana e in parte europea viene colpita durissimamente da siffatte sanzioni le quali, come abbiamo visto, non s’ordiscono l’effetto sperato. La risposta (l’unica plausibile) mi pare la seguente: l’Europa e l’Italia stessa continuano a varare le sanzioni anche se esse non servono a colpire la Russia e, di più, come un boomerang colpiscono la testa stessa dell’Europa dacché l’Europa è costretta a farlo.

L’Europa è perciò costretta, contro il proprio interesse, a fare sanzioni alla Russia dacché è il padrone a stelle e strisce, la civiltà del dollaro, a chiederle di fare quelle sanzioni. Insomma, continua l’Europa a far sanzioni per essere gradita al padrone di Washington, per rispondere all’imperativo del leviatano a stelle e strisce ma allora la domanda che dobbiamo porre a questo punto è la seguente: non sarà che le sanzioni che Washington ci chiede di fare alla Russia, dicono di essere contro la Russia che pure non colpiscono ma (inconfessabilmente) sono contro l’Europa stessa? Non sarà che forse Washington ci chiede di fare le sanzioni alla Russia, in realtà con l’obiettivo (non detto perché indicibile) di piegare l’Europa stessa? E quindi di renderla ancora più succube, asservita e ancora più dipendente rispetto alla stessa civiltà del dollaro? Non è un mistero, gli Stati Uniti lo dicevano già dal 2018 che occorreva separare l’Europa dalla Russia per rendere l’Europa ancora più dipendente da Washington. Ecco forse il senso non detto perché non dicibile delle sanzioni, di cui si giova Washington, di cui la Russia non avverte nemmeno l’esistenza e a causa delle quali l’Europa sta sprofondando nell’abisso.

Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro