L’idea di un’Europa unita e federale aveva senso? È possibile un’unione politica fra stati completamente diversi fra loro. Pensiamo solo alle lingue, alle singole culture e individualità. È pertinente l’esempio degli Stati Uniti, del Canada e dell’Australia? No affatto. Per un motivo molto semplice, come sono nati gli Stati Uniti? C’era un bel paese, arriva una forte potenza colonizzatrice che fa tabula rasa della cultura e delle civiltà locali, impianta una nuova cultura mono-linguistica e crea un immenso stato nazionale, suddiviso in tanti sub-strati.
È possibile una cosa del genere in Europa? Ma per farlo bisognerebbe distruggere i popoli europei, le loro culture e i popoli europei. Era realistico? Ovviamente no, esistono tutt’ora tre fondamentali diversità rispetto al federalismo: la cultura, la lingua e la mobilità del lavoro. Nel mercato europeo non ci sono le tre condizioni che hanno permesso il federalismo americano: una lingua comune, un’omogeneità culturale e la mobilità del lavoro.
Milioni di persone non viaggiano in Europa, non parlano le lingue e lavorano nel proprio Paese, si scoprono improvvisamente convinte europeiste. Tutto questo è stato prodotto con il più subdolo degli inganni, con la complicità dei politici e degli economisti prezzolati. Si è riusciti a convincere milioni di persone che il processo d’integrazione potesse essere effettuato per gradi, partendo dalla moneta.
Partendo da ciò è nata l’idea, apparentemente giusta, di una moneta unica in assenza però di uno Stato unico, di una politica unica, di un fisco unico. Nella prima volta nella storia nasce una moneta senza Stato, l’Euro. L’inganno a questo punto è quasi completo. Cosa è stato creato dunque? Cosa è l’Unione europea? Niente altro che un’unione tecnocratica di burocrati non eletti dal popolo e una moneta unica senza Stato, senza una unione politica, un progetto antistorico destinato al fallimento. Per capirlo dobbiamo fare un passo indietro nella Storia.
Malvezzi Quotidiani – Pillole di Economia Umanistica con Valerio Malvezzi