“L’errore è permettere ad Harari e altri come lui (ad esempio Speranza) il potere di governare e di dirci cosa dobbiamo fare. Non possiamo dare il Governo a chi all’interno ha dei conflitti di interessi”. La nuova frontiera dell’attuale digitalizzazione sembra, a primo impatto, un enorme facilitazione per la nostra civiltà. Il che, visto in una prospettiva puramente utilitarista, potrebbe anche essere vero. Ma a quale prezzo? Fabio Duranti riporta l’attenzione sulla forma di controllo che il nostro attuale corpo politico promuove all’interno della società: tutto è a portata di tutti e i nostri cellulari sono spesso fonte di assuefazione. Propaganda e pensieri unici sono all’ordine del giorno.
“Harari è stato uno che ha osato dire che non bisogna nemmeno cercare di stare al passo, a rincorrere la modernità, dobbiamo essere più veloci ancora”. Aggiunge il Prof. Alberto Contri, evidenziando anche il fatto che la natura, prima o poi, si ribellerà. E lo sta già facendo: “C’è qualcosa a questo punto che la natura si sta ribellando. Ci auguriamo solo che ci siano quelli che ne tengono conto”
Niente da dire in contrario da parte del Prof. Giovanni Frajese che, riflettendo su una possibile ripresa e risveglio da parte della popolazione in toto, afferma: “La trasformazione che è in atto e il disegno che ne viene fatto, la digitalizzazione, la trasformazione dell’essere umano in QR Code e in codice numerico a cui collegare eventualmente i propri diritti. Guardate che l’essere umano nasce per vivere una vita con senso. Ci sono state date delle capacità per comprendere il senso stesso della nostra esistenza. Viviamo in una società che non si pone più domande. Ha semplicemente paura di morire perché con esso finisce qualunque cosa e consumare perché a questo è stata addestrata. Per andare avanti l’unica via di speranza è che la gente realizzi che la vita è più complessa di come gliel’hanno presentata e che ha un risvolto più complesso per ogni singolo individuo che è molto più importante di quanto gli hanno fatto credere”.