Il 16 giugno scorso, l’Italia ha detto addio all’obbligo vaccinale per gli over 50, le forze dell’ordine e i dipendenti scolastici. Una vittoria per chi, da quando la misura era stata introdotta nel gennaio 2022, l’aveva bollata come un provvedimento liberticida. Eppure, come spesso accade, non è tutto oro quel che luccica. E se è vero che alcune categorie di lavori possono tirare un sospiro di sollievo, è altrettanto vero che altre dovranno continuare a scegliere tra la propria libertà e il diritto ad avere un lavoro. È il caso del personale sanitario, vessato ormai da anni da tagli e ridimensionamenti continui e ora anche da un attacco frontale alla sua capacità di giudizio autonomo. Una situazione che fa ancora più riflettere se si pensa che, nel frattempo, in altre parti del mondo, le cose stanno prendendo un’altra piega. I land tedeschi della Sassonia centrale e della Renania Settentrionale-Vestfalia hanno di recente detto ‘no’ alla vaccinazione obbligatoria per i medici. A dimostrazione che le regioni della Germania possono decidere autonomamente se stabilire o meno l’obbligo. Un diritto di cui, evidentemente, le Regioni italiane non godono. Come spiega l’avvocatessa altoatesina Renate Holzeisen, “i governatori locali tedeschi sono molto ben consigliati a dissociarsi dalla linea governativa perché altrimenti rischierebbero anche loro di trovarsi sul banco degli imputati. Quello che sta succedendo è una gravissima violazione della normativa comunitaria e nazionale che vieta la sperimentazione di medicinali sulla popolazione. Pertanto, è ovvio che i governatori locali delle Regioni e delle province autonome e i responsabili delle Asl siano obbligati a disapplicare la normativa che viola i diritti umani e che costituisce un crimine umano”.
Intanto l’Italia resta a guardare. “Io consiglio agli italiani – prosegue Holzeisen – di prendere ad esempio questi land tedeschi che si dissociano persino dalla decisione della Corte costituzionale. Di fronte alla necessità di vedere una sanità che funziona, abbiamo bisogno dei nostri medici, degli infermieri e di tutto il personale, non certo di lasciarli a casa. In Alto Adige, per esempio, molti sanitari se ne sono andati in Svizzera, un Paese con un sistema sanitario di eccellenza e che, guarda caso, non prevede l’obbligo vaccinale“. L’appello dell’avvocatessa è chiaro: “Cittadini italiani, vi prego, considerate quello che sta avvenendo in altri Stati, dove se uno entra negli ospedali vede delle strutture di altissimo livello che, non casualmente, non richiedono il trattamento con questi sieri sperimentali. L’Alto Adige, in virtù del suo statuto speciale, potrebbe seguire l’esempio dei land tedeschi, ma non lo fa, e anzi si è allineato completamente al governo. È buffo, tante volte siamo stati contrapposti alle decisioni di Roma, adesso no“.