“It’s time” potrebbe essere lo slogan della giornata di oggi.
Non è nuovo né banale, lo recitava una coreografia dell’allora Juventus Stadium in un quarto di finale infuocato contro il Barcellona nel quale i catalani incassarono tre gol e salutarono la competizione nel ritorno al Camp Nou.
Nel giorno di Ajax-Juventus è dunque proprio il caso di rispolverare quell’hashtag lanciato dai tifosi bianconeri anche per il match di stasera, non solo come atto apotropaico, ma anche perché rispecchia bene lo stato d’animo juventino. La Juve non ha più tempo da perdere e – presumibilmente – neanche altre partite d’andata da fallire (anche se probabilmente potendo scegliere i supporter bianconeri passerebbero qualsiasi turno come è accaduto con l’Atletico).
In Europa la formazione bianconera poche volte nella sua storia è stata così temibile, ma l’Ajax, ricordiamolo, ha fatto fuori una delle dittature più accanite degli ultimi anni, quel Real Madrid che preso per le orecchie la coppa per tre volte di fila, dunque guai non tanto a pensare di sottovalutare i lancieri (la Juventus raramente fa questi errori) ma in particolare a pensarsi di molto superiori.
Non lo dicono solo i bookmaker, ma la storia di questa partita. Per 12 volte la Juve ha affrontato l’Ajax, con 5 precedenti ad Amsterdam. Il tabellino recita così: 3 vittorie juventine, 1 pareggio e un trionfo per la squadra di casa. Bilancio a prima vista a senso unico, ma ogni sfida è stata vinta sul filo del rasoio, con non più di un gol di scarto (in tutto 5 degli olandesi, 7 dei bianconeri): andiamo dunque ad analizzare i precedenti di questa classica del calcio europeo.
Coppa Uefa 74/75 – Ottavi di finale
L’incrocio precedente, molto ravvicinato e in una partita di prestigio come la finale di Coppa Campioni vinta dagli olandesi per 1-0 l’anno prima (gol di Rep) rese il match molto agguerrito, coi bianconeri assetati di vendetta e l’Ajax (allora Ajax Amsterdam) non meno desideroso di vittoria. Nessuno vinse nel parziale di due gol a due, ma il gol di Damiani (versatile ala destra juventina) in Olanda permise il passaggio della Juve nonostante la sconfitta per 2-1. Il cammino dei torinesi verso la finale venne interrotto dal Twente brutalmente sconfitto dal Borussia Monchengladbach nell’ultimo confronto della competizione.
Coppa Campioni 77-78 – Quarti di finale
Verrà ricordato come lo scontro più serrato che si ricordi tra le due squadre, tanto è vero che non bastarono 180 minuti per decretare il passaggio.
Un pareggio a Torino e uno nei Paesi Bassi, col tabellone del parziale che di nuovo recitava “2-2”, ma frutto di un risultato “a specchio”, senza gol fuori casa a sbrogliare la situazione. Dopo l’1-1 dell’andata agguantato da Causio al 90′, il 15 marzo 1978 la Juventus ospitò l’Ajax nel ritorno dei quarti andando avanti con Tardelli, ma poi arrivò il pari di La Ling. Ai rigori Dino Zoff si prese la scena: due miracoli e Juve in semifinale, dove venne eliminata dal Bruges.
Champions League 96/97 – Semifinali
Ancora una vittoria di misura, ancora un trionfo della Juventus nella semifinale di Amsterdam dopo quella di ventitré anni prima. La Juve di Lippi inizia il match all’attacco e trova subito il gol con la zampata di Amoruso da due passi su cui Van der Sar tenta di intervenire non riuscendo a impedire al pallone di varcare la rete. La rasoiata precisa di Vieri da fuori area chiude il match al 66′, l’Ajax si sveglia troppo tardi con Litmanen e si dimentica di giocare al Delle Alpi, dove la Juve rifila quattro gol agli avversari. Il finale di competizione stavolta lo conoscono anche i più giovani.
2004-2005: Gironi Champions League
La classica casacca dell’Ajax e la maglia blu della Juve facevano pensare a un déjà vu della finale di otto anni prima, ma forse questo precedente è quello più simile alla partita a cui assisteremo tra qualche ora. Una Juve di campioni ed esperti affronta un Ajax giovane e versatile, tra i quali militano degli acerbi Snejder, Van der Vaart, Maxwell, Stekelemburg, che affrontano l’ex compagno ora tra le fila bianconere Zlatan Ibrahimovic. A spiccare tra tanto talento è stato però l’usato sicuro, quel pallone d’oro chiamato dalla curva “furia ceca”: il gol di Pavel Nedved sommato a quello di Zalayeta al ritorno valse i sei punti totalizzati dalla Juve nel girone.
2009-2010: Sedicesimi di Europa League
Forse il punto più basso della sfida, non solo come categoria, ma anche come organici. Una Juve ridimensionata e un Ajax sparito dai radar delle grandi d’Europa si scontrarono in un match miniatura delle grandi sfide precedenti. Nella Juventus attuale solo Chiellini può raccontare quella sfida, mentre nell’Ajax non rimane alcun testimone diretto. Gli olandesi passarono in vantaggio nel primo quarto d’ora con Sulejmani, ma i bianconeri ribalteranno il risultato grazie alla doppietta di Amauri, in quel periodo ancora titolare nella squadra che in quella stagione si posizionerà in un modesto settimo posto non accedendo alle competizioni europee, mentre l’Ajax arriverà terzo dietro l’Alkmaar e il Twente.