Più emergenze, meno ricorrenze

Fare di necessità virtù: il mantra di chi si trova in emergenza, condizione che questa’anno a Trigoria è diventata permanente, quasi istituzionale, per quanto riguarda l’overbooking dell’infermeria.Se sulle necessità, dunque, non c’è alcun dubbio, sulle virtù bisogna affidarsi al pragmatismo di Claudio Ranieri
Chi è pragmatico inquadra le situazioni anche in prospettiva, non si limita alle questioni momentanee. Tradotto: se Florenzi non è ancora pronto, e sappiamo che non lo è, non va rischiato contro l’Udinese soltanto per salvaguardare il modulo e la linea difensiva a quattro. Che si giochi a tre (Manolas, Fazio, Juan Jesus) e si consenta a chi è alle prese con il recupero post-infortunio (ovviamente muscolare) di recuperare con la massima calma possibile, che sarà comunque poca, visto il numero di giornate che manca al termine del campionato. 

Incredibilmente visto il proprio rendimento più che altalenante, ma realisticamente visto il rallentamento generale delle squadre che competono per l’ultima piazza utile in chiave Champions – con l’ultimo mese del Milan che è un paradigma in questo senso – la Roma si ritrova ancora in corsa: battere l’Udinese è non solo tremendamente importante, ma anche obbligatorio, per poi giocarsi quelle chance che la fortuna e il caso ancora assegnano all’approdo nell’Europa che conta, per De Rossi e compagni. Anche per questo non ci si può affidare a giocatori recuperati troppo in fretta, col rischio di ricadute che precluderebbero loro tutto il finale di stagione, impoverendo ancora di più un organico minato sin dall’inizio dalle indisponibilità (significativo alibi per Di Francesco, al tempo stesso colpa da condividere con lo staff). 

In sostanza: sabato non sarà facile, contro un avversario in buona condizione fisica e agonistica. Non potendo avere la Roma migliore, ci vuole quella più sensata e meno a rischio di perdere ulteriori pezzi. 
Una postilla, infine: oggi, dieci aprile, siamo a un anno esatto dalla bella ed esaltante serata europea contro il Barcellona. Però non è una ricorrenza, non può esserlo: non ha portato alcun trofeo in bacheca; non ha portato nemmeno, col senno di poi, ad alcuna crescita di mentalità o di ambizioni. Il presente dice questo, oltre alla soglia di difficoltà rappresentata dall’impegno contro Fofana e compagni sabato prossimo. 

Paolo Marcacci